La pescatrice del Platani by Stefano Malatesta

La pescatrice del Platani by Stefano Malatesta

autore:Stefano Malatesta [Malatesta, Stefano]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Trovaci sempre su: Marapcana.today
pubblicato: 2015-03-10T23:00:00+00:00


Mi voleva Du

Al primo piano del baglio siciliano è appesa una delle più conosciute fotografie di Enzo Sellerio, che risale al 1960. È una finta fucilazione che ha avuto un destino a dir poco preoccupante, almeno per quanto riguarda la copia in questione.

Una decina di anni fa, mi telefonò il custode e giardiniere del baglio, Nino. Dopo un primo momento di imbarazzo e di parole non comprensibili, spiegò che qualcuno, un cacciatore forse, aveva sparato contro le finestre del baglio. Non era la prima volta che i cacciatori, in mancanza assoluta di bersagli animali, sterminati già tutti il primo giorno dell’apertura, si esercitassero su bersagli a portata di mano come i muri delle case. Più volte le cartucce a pallini lasciavano una sorta di rosa che era difficile da eliminare e ogni volta bisognava ridipingere tutto il muro esterno. Ma questa volta il cacciatore era un tipo particolare, che aveva sparato con un fucile a palla, in una zona dove l’unica fauna è costituita da piccoli uccelli. Il proiettile aveva attraversato la lamiera di una finestra e si era andato a schiacciare su una fotografia, centrando la figura del ragazzino che faceva finta di fucilare il suo amico addossato al muro. Qualcosa come il fucilatore fucilato.

Dopo questo episodio, avevo lasciato la fotografia appesa al muro con il foro sul vetro per farla vedere ad Enzo, che era rimasto stupefatto e affascinato da questa sinistra storia del caso. Con il tempo, la visita guidata alla fotografia di quasi tutti gli ospiti che passavano da quelle parti era diventata una sorta di introduzione ai misteri siciliani, dai quali nessuno si attende una risposta...

Sellerio ha fotografato un numero incredibile di ragazzini nella sua non lunga, straordinaria carriera di fotografo a tempo pieno. Meno infagottati dei grandi negli orribili abiti moderni e con i calzoni corti che lasciano vedere anche solo una parte del corpo umano, i ragazzini rappresentano un buon soggetto, quando non vengono impiegati per ricatti sentimentali: sono più naturali, si muovono con più disinvoltura e hanno un’immediatezza di espressione che difficilmente si ritrova negli adulti. E sono in continuo movimento, dando così alle immagini un senso di realismo accentuato, perché viviamo in un flusso continuo di eventi e le nostre impressioni non stanno mai ferme. Ma c’è anche una ragione più semplice per spiegare un’apparente preferenza. Come dice Sellerio, sempre ironico in questi casi, quarant’anni fa giravano molte meno auto, le strade erano abitate dai ragazzini e andando a zonzo per la città con la macchina fotografica, come faceva lui, te li ritrovavi dappertutto.

Enzo è stato il meno programmato e apparentemente il più casuale dei fotografi, in un campo in cui il caso gioca un ruolo dominante. Ma se è vero che il grande fotografo di reportage deve avere dalla sua una grande fortuna, come i generali di Napoleone, questa fortuna va cercata e voluta. Qualcuno è andato troppo in là in questa ricerca, fornendo dei clamorosi falsi, come la famosa fotografia del miliziano spagnolo colpito a morte che allarga le braccia e lascia cadere il fucile, celeberrima immagine di Capa, così osannata e citata.



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