La Porta Di Merle by Ted Kerasote

autore:Ted Kerasote [Kerasote, Ted]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788863801385
Google: K94Jg20uegYC
editore: Corbaccio
pubblicato: 2006-12-31T23:00:00+00:00

Diversamente dai cani domestici, che danno mostra di un alto grado di opportunismo quando si tratta di sesso, i lupi selvatici sono decisamente monogami. Il maschio e la femmina alfa fanno coppia per tutta la vita. A lungo, questi fondamenti della vita sociale dei lupi sono rimasti sconosciuti. Si presupponeva che, quando più femmine del branco avevano dei cuccioli, fosse il maschio dominante a essere l’unico padre delle cucciolate, dato che un comportamento simile era stato osservato nei lupi che vivono in cattività. Tuttavia, alcuni recenti studi genetici condotti in Minnesota e in Alaska hanno dimostrato che non c’è spazio per l’infedeltà nel mondo selvatico. I padri dei cuccioli delle femmine subordinate sono infatti dei lupi venuti da fuori e poi accolti nel branco o lupi di passaggio che rischiano la morte o una bella suonata per essersi accoppiati con la femmina sbagliata. Quindi, seppure la possibilità di qualche avventura sussista sempre per il maschio alfa, la fedeltà è la norma.117

Era una condotta a cui cercavo di attenermi anch’io, ma mi ritrovavo ad avere più successo nell’emulare il comportamento di Merle che quello dei lupi selvatici. A essere sinceri, nessuno mi ha mai dato del figlio di cagna, come si dice, perché sono di indole monogama, ma le ragioni per cui le mie relazioni non duravano erano svariate, come le donne con cui uscivo: io volevo una famiglia, loro no; io ero un amante della vita all’aria aperta, loro erano molto tiepide al riguardo; a me piaceva stare nel Wyoming, loro pensavano che fosse il loro Stato il posto ideale in cui vivere. Nascosta sotto queste ragioni, ce n’era una che trovavo difficile da confessare come la reale causa del fallimento di tutte quelle relazioni: semplicemente quelle donne non erano riuscite a far breccia nel mio cuore come invece aveva fatto Merle la notte in cui era entrato nella mia vita e aveva detto: «Ti appartengo».

So cosa state pensando. Quest’uomo è davvero patetico: è un cane, per la miseria! Ma, ehi, quel cane e io stavamo ancora insieme dopo cinque anni, e nessuna donna con cui sono stato è resistita con me più di un anno.

C’era una ragazza, tuttavia, con cui era diverso. Continuavo a inciampare in lei sulla vetta del monte Signal, fuori dall’ufficio postale e alle cene di amici comuni. Ci mettevamo a chiacchierare, e un’ora e mezzo dopo ci accorgevamo che ci eravamo dimenticati delle commissioni da sbrigare o che il cibo era ormai freddo. Era chiaro che a entrambi piaceva parlare; eppure, le nostre conversazioni erano diverse da quelle che facevamo con gli altri. Affrontammo subito argomenti importanti: quale fosse il lavoro adatto a noi; come si facesse a capire la propria vocazione; come il benessere spirituale di qualcuno fosse influenzato dall’ambiente che aveva intorno; come, un giorno, volessimo avere una famiglia nostra; e, cosa più importante di tutte, perché trovassimo molto più facile parlare con i cani - a questo punto lei si inginocchiava e metteva le braccia intorno a Merle - che con certe persone.

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