La porta proibita by Tiziano Terzani

La porta proibita by Tiziano Terzani

autore:Tiziano Terzani
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: TNTVillage
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


8.

«Insegniamo loro a non ribellarsi»

Qufu: dove nacque Confucio

La battuta è che, se Confucio tornasse ora in questa cittadina, situata al centro della provincia di Shandong, dove nacque 551 anni prima di Cristo (in Palestina), una generazione prima di Budda (in India) e di Socrate (in Grecia), la gente lo accoglierebbe come un eroe e il locale segretario del Partito Comunista lo

inviterebbe a sedersi, di tanto in tanto, all’ombra del famoso albicocco, dove

soleva insegnare, per dare qualche lezione di etica ai giovani d’oggi.

Dopo i violenti attacchi ideologici che gli furono rivolti durante la Rivoluzione Culturale, e la distruzione metodica di tutto ciò che lo ricordava, Confucio è ora oggetto di un cauto, ma costante revival, incoraggiato dallo stesso Partito Comunista che cerca dappertutto valori, ideali e ispirazioni per motivare una

sempre più distratta e confusa generazione di cinesi.

La casa natale di Confucio, l’enorme tempio costruito in suo onore, l’immensa

foresta-cimitero dove il Grande Saggio e i suoi discendenti, fino a poco tempo

fa, erano sepolti vengono ora restaurati alla meglio, dopo gli scempi, i saccheggi e gli incendi delle Guardie Rosse. Lui, Confucio, viene riabilitato come un «Grande Educatore» e molta della sua «saggezza», anche se non ne viene

esplicitamente citata la fonte, è di nuovo introdotta nelle scuole. Se ciò

continuerà, sarà la seconda volta che il Grande Maestro risorge dalle ceneri.

Duemiladuecento anni fa, il grande imperatore che unificò la Cina e che lungo

le frontiere del nord costruì la Grande Muraglia, pensò che, per tenere unito il paese, tenerlo sotto controllo ed «evitare dubbi e disordine fra la gente» (queste le sue parole), era indispensabile eliminare tutte le vecchie idee e le vecchie abitudini, e dette ordine che venissero distrutti tutti i libri, a eccezione di quelli di medicina, astrologia e agricoltura. Così fu debitamente fatto e, con migliaia di libri, vennero dati alle fiamme anche 460 studiosi per impedire che le loro menti ricordassero e potessero trasmettere ciò che invece andava cancellato per sempre.

Il confucianesimo fu d’un colpo spazzato via dalla Cina, o almeno così si

credette. Erano appena passati settant’anni da quell’epurazione, che uno dei

discendenti di Confucio, volendo allargare la casa dove il Saggio era nato e

vissuto, demolì un muro e, fra i mattoni, trovò una copia degli scritti del proprio antenato che suo nonno aveva nascosto a rischio della vita. Sulle copie tratte da quell’esemplare, milioni di cinesi, per oltre duemila anni, hanno studiato la loro etica. Conoscere a memoria pagine e pagine di quegli scritti permise per duemila anni ai colti di superare l’esame di Stato imperiale e diventare mandarino-amministratore.

Il confucianesimo diventò la base della società cinese e Qufu, la piccola

cittadina al centro della provincia di Shandong, dove Confucio era nato, diventò la Mecca per milioni e milioni di pellegrini. I discendenti del saggio, cui venne affidata la cura della casa, del tempio e della sua tomba, furono rispettati come fossero membri di una specialissima nobiltà anche dalle più alte autorità del paese.

Questo fino ai tempi nostri, quando un altro grande unificatore della Cina,

Mao Tsetung, pensò di nuovo che, per costruire una



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