La ragazza A by Abigail Dean

La ragazza A by Abigail Dean

autore:Abigail Dean [Dean, Abigail]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858436301
Google: pXoqEAAAQBAJ
editore: Giulio Einaudi Editore
pubblicato: 2021-04-26T22:00:00+00:00


Dormirono insieme, le gambe avvinghiate, e la mattina dopo, appena Oliver fu in grado di muoversi, andarono in biblioteca a vedere se c’erano state risposte all’annuncio.

– Che mi venga un colpo! – esclamò Oliver cingendo col braccio le spalle di Gabriel.

C’erano generose offerte per alcuni oggetti singoli – per esempio un tale offriva diverse centinaia di sterline per il diario – ma soprattutto un anonimo si offriva di comprare tutto il pacchetto per duemila e cinquecento sterline. «Ho seguito con grande interesse la tua storia e penso spesso a te», diceva il messaggio di accompagnamento. Oliver proruppe in un verso di soddisfazione. – A quanto pare hai ancora un tuo seguito!

La trattativa fu chiusa sei giorni dopo e i cimeli andarono tutti a quel primo offerente per piú di tremila sterline. Oliver non perse tempo e si avviò subito dallo spacciatore, mentre Gabriel tornò all’appartamento con un pacco di buste e aprí con la chiave il cassetto del comodino. Era lí che teneva la sua piccola collezione di ricordi di Moor Woods Road, vicino al letto in cui dormiva ma al sicuro dagli occhi e dalle mani di Oliver. Adesso sarebbero stati custoditi in un’altra casa, che lui non riusciva nemmeno a immaginare. Lesse i faticosi resoconti di giornate qualunque della sua infanzia, con le righe che pendevano in basso a destra. «Una brutta giornata», aveva scritto. Oppure: «Delilah oggi è molto bella». Oppure: «Oggi ho corso un sacco». Non aveva mai avuto il dono dell’eloquenza, né allora né adesso. Nessuno glielo aveva insegnato, come i suoi fratelli maggiori avevano fatto gli uni con gli altri. Si mise a piangere senza quasi accorgersene, e si affrettò a imbustare il diario. Se le pagine si bagnavano, il prezzo rischiava di scendere anche di qualche centinaio di sterline. Era ora di festeggiare.

Quella notte si ubriacò come mai aveva fatto. Si comprò una bottiglia di vodka mentre andava all’appuntamento con Oliver, e quando arrivò al pub era già sorridente e malfermo. Al bar non lo trovò e nemmeno ai tavoli, cosí uscí a cercarlo in giardino. Ci fu un momento – aveva appena sceso i gradini del piccolo cortile già in ombra – in cui visualizzò con estrema lucidità quel che sarebbe accaduto nelle prossime ore: ecco Oliver, col braccio attorno alle spalle di una donna che Gabriel non aveva mai visto; ecco i suoi occhi già alterati; ecco quel sorriso sfrenato. Gabriel sapeva che avrebbe spazzato via qualunque sostanza gli fosse capitata davanti, e che solo cosí avrebbe allontanato i pensieri sui cimeli venduti.

Si svegliò molte ore dopo in una stanza che non riconobbe.

Cercò a tentoni gli occhiali. La parte di mondo che vedeva con l’occhio destro era divisa in tre pezzi.

Buttata sul letto c’era una coperta pelosa, umida del suo sudore, e sulla porta se ne stava seduto un gatto. Gli disse ciao, e il gatto gli voltò le spalle e se ne andò.

I suoi vestiti giacevano sul pavimento, ed era già qualcosa. Gabriel seguí il gatto nel corridoio deserto. C’erano tre porte chiuse, ma una quarta era solo accostata e dava su una piccola cucina lurida.



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