La regina degli inferi by Hannah Lynn

La regina degli inferi by Hannah Lynn

autore:Hannah Lynn [Lynn, Hannah]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2023-07-06T15:52:57+00:00


Capitolo trentanove

Il mattino in cui la conobbi faceva un caldo soffocante, l’arco del sole era così vicino alla terra che le piante chinavano il capo. La temperatura rendeva indolente persino mia madre. Grazie allo splendido progetto di Efesto, il vento dal mare percorreva a folate la nostra casa, rinfrescando gli scranni su cui sedevamo, ma non era sufficiente a placare quell’afa costante, insopportabile.

Era così da parecchi giorni, ed ero rimasta a Sifanto a fare il bagno nei ruscelli o a lasciarmi lambire le cosce dalle onde del mare. Ma dopo tutti i miei viaggi, l’isola mi sembrava piccola e l’isolamento mi rendeva intrattabile. Il mondo mi chiamava.

«Penso che andrò al fiume in Tegea. L’acqua lì è sempre fresca», dissi a mia madre. Il coro dell’alba doveva ancora entrare nel vivo, un uccello aspettava ancora un compagno per completare il suo duetto, ma ero già stanca del tedio che sapevo attendermi, e pronta a partire. Anche le ninfe si affrettarono ad alzarsi.

«Sei sicura di non volere unirti a noi?», chiesi a mia madre, nel solito tono farsesco in cui glielo chiedevo ogni volta. E, come sempre, lei strinse le labbra come se stesse davvero prendendo in considerazione l’idea. Era il nostro gioco, fingere che un giorno potesse davvero decidere di accompagnarmi.

«Un villaggio celebra un banchetto in mio onore oggi», rispose con una delle sue solite, deboli scuse. «Devo restare in ascolto, porgere i miei ringraziamenti. Ma fammi sapere come sono le cascate. Se fa fresco come dici, magari domani verrò con voi».

Sapevamo tutte che non l’avrebbe fatto.

La salutai con un bacio lieve, poi mi voltai verso le ninfe e partimmo.

La nostra prima tappa era sempre Egina. Quell’isola vicina al continente era ricca di flora e fauna e per questo, qualche anno più tardi, attirò l’attenzione di Atena e Apollo. Ma all’epoca la conoscevamo solo noi, e le ninfe passavano il tempo nei ruscelli o nella foresta in attesa del mio ritorno. Dopo tutti quegli anni chiedevano di rado se volessi compagnia, anche se di tanto in tanto mi seguivano. Quel giorno, tuttavia, misero subito in chiaro le loro intenzioni, e appena mettemmo piede sull’isola si immersero nelle acque basse di un ruscello quasi asciutto. Per un attimo pensai di unirmi a loro. Il fiume era basso, la profondità perfetta per stendersi nelle sue acque gorgoglianti, ma volevo altre persone. Non per parlare con loro, ma per ascoltarle. Osservare le famiglie che giocavano nell’acqua era sempre stata fonte di gioia per me. Le risate leggere, gli strilli così forti da agitare le foglie. Un fiume in una giornata calda era sempre un posto allegro, ed era l’allegria ciò che cercavo.

Arrivai in Tegea vestita semplicemente, nella forma che prendevo di solito, quella di una giovane sui vent’anni. Un velo bianco ricamato con fiori verdi e spighe di grano mi fluttuava sul viso. Avevo i piedi nudi, ma portavo dei semplici braccialetti ai polsi.

Come avevo previsto, diverse famiglie si erano radunate al fiume per sfuggire al caldo. Non saprei dire quante persone ci fossero, ma erano più di quante ne avessi mai viste prima in quel luogo.



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