La rivoluzione del filo di paglia by Masanobu Fukuoka

La rivoluzione del filo di paglia by Masanobu Fukuoka

autore:Masanobu Fukuoka
Format: epub
pubblicato: 2011-07-19T16:00:00+00:00


UNA SEMPLICE SOLUZIONE A UN DIFFICILE PROBLEMA

Così si dimostra che gli uffici ministeriali non hanno alcuna intenzione di arrestare l'inquinamento. Una seconda difficoltà è che tutti gli aspetti del problema dell'inquinamento alimentare devono essere messi insieme e risolti contemporaneamente. Un problema non può essere risolto da persone che si occupano solo di uno o l'altro dei suoi aspetti.

Finché la consapevolezza di ciascuno non verrà trasformata dalle fondamenta l'inquinamento non si fermerà.

Per esempio, il contadino pensa che il Mare Interno13 non lo riguardi affatto. Pensa che sia compito dei funzionari dell'Ufficio della Pesca di occuparsi dei pesci e che stia al Comitato dell'Ambiente di badare all'inquinamento del mare. Il problema sta tutto in questa maniera di pensare.

I fertilizzanti usati più comunemente, solfato ammonico, urea, i superfosfati e simili, sono usati in grandi quantità, di cui solo una minima parte viene assorbita dalle piante nei campi. Il resto viene dilavato nei fiumi e nei torrenti, finendo nel Mare Interno. Questi composti azotati diventano alimento per alghe e plancton che si moltiplicano in gran numero, provocando la comparsa della marea rossa.

Certamente gli scarichi industriali di mercurio e altri rifiuti contaminanti contribuiscono anche loro all'inquinamento, ma la maggior parte dell'inquinamento delle acque in Giappone è provocato dalle sostanze chimiche usate in agricoltura.

È dunque il contadino che deve addossarsi la maggiore responsabilità della marea rossa. Il contadino che utilizza le sostanze chimiche inquinanti sul suo campo, le industrie che producono queste sostanze, i funzionari del villaggio che credono nella convenienza dei prodotti chimici e offrono la propria assistenza tecnica conseguentemente; se ciascuna di queste persone non prende in considerazione il problema profondamente non ci sarà nessuna soluzione all'inquinamento delle acque.

Così come stanno le cose, solo quelli che più direttamente sono colpiti diventano attivi nel cercare di affrontare i problemi dell'inquinamento, come nel caso della lotta dei pescatori locali contro le grandi compagnie petrolifere dopo la fuoriuscita di petrolio vicino a Mizushima. Oppure qualche professore propone di affrontare il problema aprendo un canale nell'istmo dell'isola Shikoku per lasciare che affluisca nel mare interno l'acqua relativamente pulita dell'oceano Pacifico. Cose del genere sono ricercate e tentate continuamente, ma una vera soluzione non può mai venir fuori in questa maniera.

Il fatto è che qualunque cosa facciamo la situazione peggiora sempre. Più sono elaborate le soluzioni e più complicati diventano i problemi.

Supponiamo che venisse fatto passare un tubo attraverso l'isola di Shikoku e che l'acqua fosse pompata dal Pacifico e immessa nel Mare Interno. Ammettiamo pure che questo provvedimento fosse capace di ripulire il Mare Interno. Ma da dove verrà l'energia elettrica per far funzionare l'industria che produrrà il tubo d'acciaio? E che dire dell'energia necessaria a pompare l'acqua? Diventerebbe necessaria una centrale nucleare. Per costruire una struttura del genere devono essere messi insieme il cemento e tutti i materiali necessari e deve essere costruito anche un centro di ri trattamento dell'uranio. Quando le soluzioni si sviluppano in questa maniera, gettano solo i semi per problemi d'inquinamento di una seconda e terza generazione che saranno più difficili dei precedenti, e più estesi.



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