La saga di Vigdis by Sigrid Undset

La saga di Vigdis by Sigrid Undset

autore:Sigrid Undset [Undset, Sigrid]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


26.

Già in precedenza si è parlato di Torbjoern H†legg di Eyre, che aveva allevato Ljot Gissursoen. Era un capo ricco e stimato che ebbe dalla moglie molti figli maschi, che non rientrano però in questa storia. Il maggiore si chiamava Lyting ed era morto da tempo. La vedova di Lyting, Gudrun, veniva chiamata il Sole dei fiordi orientali: era considerata tra le più belle d'Islanda ed era molto ricca, una donna intelligente e capace, gentile e fedele con gli amici, affettuosa verso la sua gente, ma di carattere irascibile, caparbia e piuttosto superba. Lyting e Gudrun ebbero solo una figlia, Leikny. La gente diceva che aveva preso dalla madre, ma solo dal lato buono e Leikny Lytingsdatter era benvoluta da tutti. Lyting le aveva promesso che non si sarebbe mai sposata contro la sua volontà e già molti avevano chiesto la sua mano, ma finora erano stati tutti respinti.

Ljot era tornato in Islanda lo stesso autunno in cui era andato a parlare a Vigdis all'alpeggio. La prima notizia che apprese fu che Veterlide si era fidanzato con Gudrun e che il loro matrimonio si sarebbe celebrato sei settimane dopo il solstizio d'inverno. Ljot partì immediatamente per la sua fattoria a Skomedal e vi rimase tutto l'inverno senza vedere nessuno: non andò neppure al matrimonio del parente e molti se ne chiesero meravigliati il motivo.

In estate, quando tutti si trovarono all'Assemblea Generale, Ljot rimase a casa. Veterlide e Gudrun, che avevano partecipato all'Assemblea, al loro ritorno passarono per Skomedal. Non si mostrarono per nulla offesi che Ljot non fosse andato al loro matrimonio, anzi lo invitarono ad accompagnarli a Holtar, e insistettero talmente che alla fine, dopo molte resistenze, Ljot accettò.

Veterlide diede allora una grande festa, cui prese parte moltissima gente. Il banchetto fu sontuoso e tutto andava per il meglio, anche se parecchi notarono che Ljot aveva un'aria triste e cupa: parlava poco e non volle partecipare ai giochi con gli altri giovani.

Uno dei primi giorni della festa Veterlide aveva indosso un mantello stupendamente ricamato: era quello che aveva ricevuto in dono da Vigdis. Ljot non faceva che guardarlo. Nel corso della giornata Veterlide l'aveva lasciato su una panca; Ljot vi si era allora seduto accanto, l'aveva preso se l'era messo sulle ginocchia. Quando Veterlide gli si avvicinò, Ljot disse: "Facciamo uno scambio, parente - dammi questo mantello e chiedimi quello che vuoi in cambio."

"Non vendo quel che ho ricevuto in regalo," rispose Veterlide.

"Allora regalamelo," insistette Ljot. "Non ti ho mai chiesto niente prima d'ora."

Veterlide sul momento non rispose, ma sopraggiunse Gudrun, che aveva udito parte del loro colloquio, e disse: "Non è da te, Veterlide, rifiutare al tuo parente quello che ti chiede - bisogna onorare gli ospiti. Ma tu, Ljot, riconosci quanto ti siamo affezionati e metti da parte la malinconia, esci e va a divertirti con gli altri giovani, facci vedere le prodezze di cui sei capace."

Lo fece alzare e gli mise il mantello sulle spalle: gli andava perfetto, disse Gudrun, sembrava fatto per lui. Poi se ne andò.



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