La società della trasparenza by Byung-Chul Han

La società della trasparenza by Byung-Chul Han

autore:Byung-Chul Han [Han, Byung-Chul]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788874525256
editore: nottetempo
pubblicato: 2018-07-22T22:00:00+00:00


La società dell’accelerazione

Secondo Sartre, il corpo diventa osceno quando è ridotto alla pura fatticità della carne. È osceno il corpo privo di referenza, che non è orientato, non è in azione o in situazione. Sono osceni i movimenti del corpo eccedenti ed eccessivi. La teoria dell’oscenità sartriana può essere applicata al corpo sociale, ai suoi processi e movimenti, che divengono osceni quando sono spogliati di ogni narratività, di ogni orientamento, di ogni senso. Il loro essere eccessivi ed eccedenti si esprime allora come obesità, massificazione e proliferazione. Essi proliferano e crescono senza scopo, privi di forma. In ciò consiste la loro oscenità. Sono oscene l’iper-creatività, l’iper-produzione e l’iper-comunicazione, che si affrettano al di là dello scopo. È oscena questa iper-accelerazione, che non è piú davvero commovente né concludente71. Nel suo eccesso, sfreccia oltre la propria destinazione. Questo puro movimento, che si accelera oltre il suo stesso volere, è osceno:

Il movimento non scompare tanto nell’immobilità quanto nella velocità e nell’accelerazione – nel piú mobile del movimento, se cosí si può dire, e che lo conduce all’estremo mentre lo spoglia di senso72.

L’addizione è piú trasparente della narrazione. Si può accelerare solo un processo che sia additivo, e non narrativo. Del tutto trasparente è solo l’operazione di un processore, perché si svolge in modo puramente additivo. Rituali e cerimonie, invece, sono processi narrativi, che si sottraggono all’accelerazione. Sarebbe un sacrilegio voler accelerare un sacrificio. Rituali e cerimonie hanno il proprio tempo, il proprio ritmo e ciclo. La società della trasparenza abolisce tutti i rituali e le cerimonie perché non si possono rendere operazionali, perché sono d’ostacolo all’accelerazione dei circuiti informativi, comunicativi e produttivi.

Al contrario del calcolo, il pensiero non è trasparente a se stesso. Il pensiero non segue linee calcolate in anticipo, ma va in campo aperto. Secondo Hegel, il pensiero è animato da una negatività, la quale gli fa attraversare esperienze che lo trasformano. La negatività del rendersi-altro è costitutiva per il pensiero. In ciò consiste la differenza con il calcolo, che rimane sempre uguale a se stesso. Questa uguaglianza è la condizione di possibilità dell’accelerazione. La negatività caratterizza non solo l’esperienza, ma anche la conoscenza. Un’unica conoscenza può mettere interamente in questione il già-esistente e trasformarlo. All’informazione manca questa negatività. Anche l’esperienza ha conseguenze, dalle quali si origina la forza del cambiamento. In ciò essa si distingue dal vissuto [Erlebnis], che lascia intatto il già-esistente.

La mancanza di narrazione differenzia il processore dalla processione, che è un evento narrativo. Al contrario del processore, la processione è fortemente orientata. Perciò, è tutt’altro che oscena. Tanto il termine “processore” quanto “processione” rinviano al verbo latino procedere che significa “avanzare”. La processione è costretta in una narrazione, che le conferisce una tensione narrativa. Le processioni rappresentano scenicamente particolari passaggi di una narrazione. Le caratterizza la scenografia. Per via della loro narratività, sono animate da un tempo proprio. Quindi, non è possibile e neppure sensato accelerare il loro procedere. La narrazione non è addizione. Al procedere del processore manca, invece, ogni narrazione. Il suo operare è senza immagine, senza scene.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.