La strage continua by Raffaella Fanelli

La strage continua by Raffaella Fanelli

autore:Raffaella Fanelli [Fanelli, Raffaella]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Ponte alle Grazie
pubblicato: 2020-09-16T22:00:00+00:00


I tagli del memoriale Moro

Licio Gelli sapeva del memoriale occultato. Negli appunti sequestrati il 28 maggio del 1981 a Marcello Coppetti, giornalista in contatto con il Venerabile, si legge del memoriale incompleto di Aldo Moro, quindi, pare ovvio che anche Gelli sapesse. E si deduce che ne conoscesse i contenuti. Fra gli omissis, il duro attacco di Moro a Giulio Andreotti per i suoi rapporti con Michele Sindona e per il suo ruolo nella vicenda Arcaini-Caltagirone-Italcasse. Nelle pagine occultate Aldo Moro scriveva:

A proposito di Italcasse, o meglio, come è detto, il grande elemosiniere della DC, è pur vero che la trattativa in nome dei pubblici poteri per la scelta del successore di Arcaini è stata fatta da un privato, proprio l’interessato Caltagirone che ha tutto sistemato e sistemato in famiglia. E per quanto riguarda i rapporti d’importanti uomini politici con il banchiere Sindona (chiaro è il riferimento a Giulio Andreotti) è pur vero, per quanto mi è stato detto da Vittorino Veronese, presidente del Banco di Roma, che la nomina del funzionario Mario Barone ad amministratore delegato fu voluta, all’epoca difficile del Referendum, tra piazza del Gesù e palazzo Chigi come premio per quel prestito di due miliardi che la conduzione del Referendum rendeva necessario.

Sul numero 27 di OP del 17 ottobre 1978, Pecorelli scrive della morte di Giuseppe Arcaini:

Morto il grande elemosiniere, i grandi elemosinati sono usciti dall’incubo. A stare ai loro sguardi, sembrava vedessero calato sul pesante dossier della magistratura romana il timbro l’inchiesta è chiusa – l’imputato è morto. Così il palazzo e la sua corte esultano. Tanta è la gioia per la morte di Arcaini che nessuno ha trovato il tempo di deporre un fiore sulla sua tomba. Per la prima volta nella storia della Repubblica, alla scomparsa di un potente sulla stampa non si è verificato il tradizionale tributo dei necrologi [...]. È stato saggio dimenticarsi di Giuseppe Arcaini tanto presto? In Italia stiamo assistendo ad uno strano fenomeno: il vero potere è passato nelle mani dei morti. Arcaini, vecchio stampo, nella sua clinica svizzera s’è fatto dare carta e penna e prima di morire ha consegnato in mani sicure un lungo memoriale per difendere il suo onore e quello dei figli. Che succederebbe se nei prossimi giorni alle lettere di Moro si aggiungesse la voce di questo secondo sepolcro?

Il dato rilevante è l’appellativo con cui Pecorelli definì Arcaini grande elemosiniere. In relazione al direttore di Italcasse Aldo Moro usò la stessa definizione, sebbene il riferimento sia riscontrabile solamente nella versione del memoriale ritrovata ufficialmente nel 1990. L’espressione grande elemosiniere potrebbe apparire come una chiara intenzione del direttore OP di dimostrare la sua pericolosa conoscenza riguardo gli interrogatori BR e la vicenda Italcasse. Ma soprattutto di che memoriale parlava Pecorelli? Cosa lasciò scritto Giuseppe Arcaini? Il de cuius, lo ricordiamo, non era solo il presidente di Italcasse, ma anche il padre di Arturo Arcaini, vittima di uno strano sequestro che abbiamo già raccontato: il giovane rampollo fu costretto a scrivere di suo pugno una serie



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