La terza mano by La terza mano

La terza mano by La terza mano

autore:La terza mano
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-02-28T05:00:00+00:00


Parte terza

ARM

Da alcuni mesi il palazzo dell’ARM era stranamente tranquillo.

Avevamo bisogno di un po’ di riposo… alla fin fine. Ma da qualche giorno si sentiva un certo nervosismo nel silenzio della mattina. Ci salutavamo quando ci incontravamo nel corridoio, ma tutti avevamo la testa altrove. Alcuni avevano un’aria irrequieta, altri facevano finta di avere cose importantissime da fare.

Nessuno voleva prendere parte a una caccia alle madri.

L’anno prima avevamo sgominato le più grosse bande di trafficanti di organi che operavano sulla costa occidentale. Complimenti e pacche sulle spalle da tutti, ma il risultato era prevedibile: sarebbero aumentati altri tipi di reato. Presto o tardi i giornalisti si sarebbero messi a invocare una più accurata osservanza alle leggi sulla procreazione, e a quel punto noi tutti saremmo stati costretti a dare la caccia ai genitori illegittimi… tutti coloro, beninteso, che non lavoravano già su qualche altro caso.

Era perciò giunta l’ora che mi trovassi un altro caso anch’io.

Quella mattina, entrando nel mio ufficio, avevo incontrato il solito silenzio greve di presentimenti. Avevo preso il caffè all’auto-bar, e chiesto al terminale se c’era qualche comunicazione per me. E dalla feritoia era uscito un mazzetto di fogli: buon segno. Li avevo presi con la sinistra, perché nella destra tenevo il caffè, e li avevo posati sulla scrivania, lasciando che si sparpagliassero.

Mi balzarono subito agli occhi alcune olografie a colori. Presa diretta su due barelle dell’obitorio.

“Comunicato interno. Da stomaco a cervello: Blah! Ma che diavolo di ora hai scelto per guardare delle foto di gente con la faccia carbonizzata? Sposta subito gli occhi su qualcosa d’altro, e non azzardarti a bere il caffè. Perché non ti cerchi un altro lavoro?”

Quelle foto erano orrende. Due persone, un uomo e una donna. Con qualche sistema non ancora precisato gli avevano bruciato la faccia, fino al cranio: ossa e denti carbonizzati, tessuto cerebrale cotto.

Trangugiai la saliva, e continuai a guardare. Avevo già visto dei morti. Semplicemente, quelli mi erano arrivati sotto gli occhi all’ora sbagliata.

Non l’avevano fatto con il laser, pensai… anche se non potevo esserne certo. Con il laser si fanno centinaia di lavori diversi, e i tipi di laser sono centinaia. Comunque, non con un laser portatile. Il raggio di un laser portatile è grosso come una matita, funziona a impulsi e fa dei buchi nella carne. Lì era stato usato un raggio continuo, e molto largo.

Andai alla prima pagina e cominciai a leggere.

Particolari: li avevano trovati sulla rotostrada del Wilshire, Ovest Los Angeles, alle quattro e mezzo del mattino. La gente non va in giro sulle rotostrade a un’ora così tarda. Ha paura di essere rapita dai trafficanti di organi. Prima che qualcuno li notasse, quei corpi potevano avere percorso tre o quattro chilometri.

Autopsia preliminare: erano morti da almeno tre o quattro giorni. Nessuna traccia di droghe, o di veleni, o di iniezioni. A quanto pareva, la morte era stata causata unicamente dalle bruciature.

Doveva essere stata una cosa velocissima: un’unica scarica di energia. Altrimenti avrebbero cercato si spostarsi, e avremmo trovato bruciature anche in altre parti del corpo.



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