L'altalena rossa by Mariacristina Gribaudi Adriano Moraglio

L'altalena rossa by Mariacristina Gribaudi Adriano Moraglio

autore:Mariacristina Gribaudi, Adriano Moraglio [Gribaudi, Mariacristina & Moraglio, Adriano]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, Business
ISBN: 9788849855630
Google: JF03vgEACAAJ
editore: Rubbettino
pubblicato: 2018-01-14T23:00:00+00:00


Nuova famiglia e nuova impresa, 1998-2002

Moglie

Codognè – Caorle – Codognè, 1998

Ho fissato, ammirata, gli occhi di Massimo, appena ha pronunciato quelle parole nette, cariche di sicurezza nel sentimento e nella convinzione che esprimevano: «Ragazzi, noi vogliamo sposarci. Che ne dite?». E ho guardato i ragazzi, uno a uno, con un mezzo sorriso, curiosa di scorgere, di intuire, i loro pensieri. Hanno smesso di mangiare, hanno messo giù le posate che stavano usando e ci hanno guardati. I nostri sguardi si sono incrociati. Un momento, un istante, una frazione del tempo che ci sovrasta, che ci precede e che ci supererà…

Contenti. Ognuno a loro modo. Non hanno chiesto “perché vi sposate?”, non hanno osservato “vivete insieme da quasi due anni, è come se foste già sposati”. No, i bambini e gli adolescenti sanno stare di fronte alla realtà e hanno la capacità di stupirsi. Sì, l’ho capito: erano evidentemente contenti perché stupiti di fronte al nostro progetto di vita insieme – come dire? – ufficiale, chiaro, esplicito, dichiarato, pubblico. Un progetto che significava anche tanto, tantissimo, per ognuno di loro: “ora siamo sicuri che saremo sempre insieme”, deve aver pensato qualcuno dei ragazzi. Si sono voluti bene, i miei e quelli di Massimo, sin dal primo momento, sin dalla prima convivenza nella stessa casa.

«E quando vi sposate?», hanno domandato subito dopo a più voci.

«Presto. Quest’estate. Il 25 luglio. Vi va se facciamo il matrimonio a Caorle?».

«Sììì», hanno urlato soprattutto i miei, che a Caorle hanno passato tante vacanze.

Anche questa volta un pretendente alla mia mano ha chiesto esplicitamente il permesso ai miei genitori e, come da prassi, mia mamma, ha pronunciato la fatidica frase rivolgendosi questa volta a Massimo: «Ne sei proprio sicuro?».

Ci ho messo qualche giorno a metabolizzare il tutto. Ho pensato che devo assolutamente telefonare ad Alessandra, la mia migliore amica, perché lei mi può aiutare. Come deve vestirsi una moglie in seconde nozze? E come vestire la mia truppa? Alessandra è un temperamento forte, decisionista, ci assomigliamo, ne abbiamo fatte di tutti i colori insieme, ai tempi delle magistrali a Treviso. Ci siamo sposate, abbiamo entrambe figli, e ci accomuna una convinzione che ha forti radici: oltre a essere madri resiste in noi un essere donne, nonostante i figli e nonostante i matrimoni. Ci siamo viste diverse volte dopo esserci perse per un po’. Lei fa anche degli oggetti in tessuto per i miei negozi: ha mani d’oro! L’ultima volta che ci siamo incontrate mi ha detto: «Mariacristina, ricordiamoci sempre che siamo esistite prima delle nostre maternità, con i nostri sogni, con le nostre passioni…». Eppure ha ragione De Andrè, nella sua Ave Maria quando dice, femmina un giorno per un nuovo amore/ povero o ricco, umile o Messia/ femmine un giorno e poi madri per sempre/ nella stagione che stagioni non sente…

«Alessandra…, sono Mariacristina! Senti, tutto bene? Uh, bene».

Ho fretta, voglio andare subito al sodo. Devo dirglielo!

«Volevo darti una grande notizia: mi sposo. Di nuovo…. Combiniamo per vederci, ho bisogno dei tuoi consigli. Sei sempre sul pezzo…. Innanzitutto ti domando questo: mi fai da testimone? Ci sposiamo nel municipio di Caorle».



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