L'anima del maiale by Federico Vespa

L'anima del maiale by Federico Vespa

autore:Federico Vespa [Vespa, Federico]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2019-10-29T00:00:00+00:00


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DELIRIO SOCIAL

I miei post (così si chiamavano e si chiamano tuttora i pensieri umani del nuovo millennio) erano scarni e poco empatici: non avevo voglia che la gente sapesse apertamente il mio stato mentale, fisico, se mi ero sposato e avessi fatto figli, quante volte fossi andato al cesso durante una giornata, e vedevo che il trend della maggior parte di utenti era quello.

Come ogni strumento dato alla follia umana, spesso se ne fa un uso negativo, tanto che in molte aziende, compresa la mia, disabilitarono l’utilizzo di Facebook dai pc (gli smartphone non erano ancora nati) poiché anziché produrre si pensava a scrivere ogni mezz’ora da che parte ci girava il culo.

La nuova terapia cognitivo-comportamentale procedeva sempre meglio, associata a una giusta cura farmacologica (perché senza, nel mio caso, non si andava da nessuna parte) si vedevano dei risultati concreti: sapevo che il mostro non sarebbe mai morto, ma almeno a dormire per un bel po’ forse ci sarebbe andato, magari non svegliandosi più, rimanendo in una sorta di coma irreversibile, mi sarei accontentato di quello.

Quello che avevo paura di vedere nei social all’epoca puntualmente si verificò. Il fine era nobile, ritrovare chi avevi perso negli anni – anche se ci sarà pure un motivo se le vie di milioni di persone si sono divise –, ma era una bomba a orologeria, e già nel 2008 cominciai a vedere il peggio del peggio, specie nei personaggi noti o pseudo tali che si avvicinavano a queste nuove forme di comunicazione.

Intanto, nonostante sapessi che prima o poi Antonella avrebbe avuto il cesto di corna che non si sarebbe mai meritata nella vita, di fatto mi trasferii da lei, quasi convivendo: oggi vedo la convivenza con terrore, a meno che non rimanga folgorato sulla via di Damasco, ma a ventotto anni mi sembrava una cosa da uomo adulto e fatto e… volete saperlo? Stavo da Dio nonostante sapessi che con la stessa semplicità con la quale ero entrato nella casa di Antonella ne sarei potuto uscire. E presto infatti ne sarei uscito.

Il 16 marzo del 2007, mia madre ebbe un’idea geniale che un personaggio altrettanto geniale, Lorenzo Suraci, editore di Rtl, dove già lavoravo, cavalcò al volo: perché, disse lei davanti a me e a mio padre, non fate un programma radiofonico insieme? L’idea ci lasciò di stucco perché entrambi capimmo che eravamo talmente diversi, che ci eravamo talmente amati e odiati nella vita, che portare quel mix letale sul banco di una radio sarebbe stata un’idea certamente vincente. È un programma che dura da dodici anni e in un certo senso ha cambiato la mia vita.

Quando porti il cognome Vespa hai certamente tanti vantaggi materiali, ma come avrete potuto constatare anche innumerevoli svantaggi psicologici, piuttosto gravi, e ce n’è un terzo, non certo più leggero: se fai questo mestiere, il giornalista, e hai quel cognome, certamente lo fai perché sei raccomandato e figlio di papà. Non ho mai negato che le conoscenze aiutino, ma quel programma mi diede la possibilità di far capire a qualche milione di ascoltatori che il mestiere lo sapevo fare.



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