Le carceri russe by Vera Nikolaevna Figner

Le carceri russe by Vera Nikolaevna Figner

autore:Vera Nikolaevna Figner [Figner , Vera Nikolaevna]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politici, History, Violence, Revolutionary, Juvenile Nonfiction, Essays, Human Rights, Social History, Biografie & Autobiografie, Russia & the Former Soviet Union, Political Science, Social Topics, saggistica, Europe, DONNE
ISBN: 9788869631054
Google: 6JQmDQAAQBAJ
editore: Elison Publishing
pubblicato: 2016-09-27T05:48:22+00:00


«Non c'è più che un infimo manipolo di condannati che mantiene rigido ed integro sino all'ultimo il proprio carattere preferendo sopportare questo atroce cilizio giornaliero piuttosto che cedere. La maggior parte dei detenuti si rivolge allo Czar implorando la grazia! Se per caso qualcuno riesce nell'intento, gli altri lo seguono nella dedizione e le autorità fan del loro meglio per incoraggiare questa infedeltà alla causa della libertà.

«… Un nuovo capo è venuto a rimpiazzare Godima morto il mese di settembre scorso. Per questo non vuol dire però che le nostre condizioni cambieranno di un ette. Anzi le punizioni e le vergognose umiliazioni fioccano su di noi più di prima, a tal punto, che la vita ci è diventata addirittura insopportabile».

* * *

Se la vita è insopportabile nella prigione di Vladimir, nulla è paragonabile alla terribile esistenza dei condannati della prigione di Orel, i cui orrori sono descritti nel seguente straziante documento umano:

«Ogni volta che il mio pensiero si trasporta tristemente al bagno centrale di Orel, ogni volta ch'io rivivo l'esistenza da me trascorsa in quel sepolcro dei vivi, esistenza di dolori e di umiliazioni senza fine, il mio cuore si stringe d'angoscia e di raccapriccio.»

«Certe volte mi sembra che il bagno penale di Orel riassuma in sè tutto il microcosmo dell'infelice Russia contemporanea. Agli echi lontani dell'infernale baccanale dell'impero, l'amministrazione delle prigioni risponde coll'arbitrio e nel suo piccolo stato, essa si rende esecutrice d'un regime d'eccezione senza controllo che si definisce con una frase sola: la famigerata e non mai abbastanza maledetta centrale di Orel.»

Questo orribile bagno penale cominciò a popolarsi di condannati al principio dell'anno 1908 e forse anche prima.

«Datano d'allora le orgie selvagge alle quali si è dèdita liberamente l'Amministrazione delle prigioni.»

Il fosco regime di questa oscura muda pesò in modo speciale sulle povere spalle di coloro che la sorte volle fossero i primi ad entrarvi. I racconti di questi nostri infelici compagni, degni tutti della nostra più assoluta stima, partecipano della leggenda epica ed alitano in loro come il soffio possente e grave delle gesta secolari, dileguantesi nella nebbia dei tempi. A leggere queste cronache di ieri così terribilmente vere sembra di rivivere un evo storico ormai tramontato per sempre.

Era uso dell'Amministrazione carceraria di Orel, di introdurre ogni nuovo condannato nella sala da bagno per denudarlo completamente dei propri abiti. Qualcuno di questi infelici, quasi affamato, subiva seduta stante ogni sorta di violenze, tra le quali quella di esser gettato a terra brutalmente dai secondini i quali si divertivano poi a malmenarlo ed a calpestarlo senza ragione. Quelli che non era possibile abbattere, venivano colpiti senza pietà al viso, al petto, ed al ventre; si colpiva colle chiavi, si colpiva colle mazze e con delle fibbie di cautchouc, si colpiva sempre incessantemente, sino a che la vittima svenuta non dava più segno di vita.

Questo ricevimento di sangue aveva per scopo di dimostrare che a Orel «si faceva davvero e non si scherzava» e che colui al quale per fortuna non fosse toccato di scontare la pena colà



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