Le Grandi Storie della Fantascienza 1 (1939) by Isaac Asimov

Le Grandi Storie della Fantascienza 1 (1939) by Isaac Asimov

autore:Isaac Asimov [Asimov, Isaac]
La lingua: eng
Format: epub
editore: ScaffaleItalia
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Sue accanto alla sua siepe di bosso in un futuro incommensurabilmente lontano, figlia di un mondo decadente che si lasciava dolcemente scivolare lungo il declivio dell'oblìo.

Il mondo di Billy poteva anche essere glorioso come lui credeva, ma il prezzo da pagare era troppo alto. Bill ricordò i volti scuri e risoluti che aveva visto nelle strade di quel mondo. Erano uomini che la sua idea aveva privato della volontà d'iniziativa, prerogativa loro per diritto di nascita. Anche la felicità era un loro diritto di nascita, e la forza di prendere le decisioni che avrebbero determinato il loro futuro.

No, neppure in nome di tutti i risultati gloriosi da loro raggiunti l'umanità dev'essere derubata dell'inalienabile diritto di decidere per se stessa. Se era in potere di Bill Cory mettere fuori legge un sistema che distruggeva la libertà degli uomini e il loro onore e la loro gioia, anche in cambio dell'immortale progresso dell'umanità, non aveva scelta. Il prezzo era troppo alto. Confusamente, gli tornò alla memoria qualcosa dal lontano passato: «Quale profitto può avere un uomo nel possedere il mondo intero quando perde la propria anima!...».

Ma... l'alternativa. Bill gemette. Felicità, pace, libertà, onore... sì, il mondo di Sue aveva tutto ciò che mancava a quello di Billy. Ma per quale fine? Indolenza e decadenza e l'estinzione per la grande razza che la civiltà di Billy, invece, condurrebbe gloriosamente tra le stelle.

«Ma io sto pensando a una scelta», si disse gemendo Bill. «E io non ho fatto alcuna scelta! Se sposo Sallie e non porto a termine il mio lavoro, seguirà un futuro. Se sposo Marta e lo porto a termine, seguirà l'altro futuro. Ed entrambi sono cattivi... ma che posso fare? L'uomo o l'umanità; chi ha il diritto più forte? La felicità e l'estinzione... oppure l'infelicità e una splendida immortalità; che cosa è meglio?».

«Cory, dottor Cory!». Era la voce di Dunn, tanto pesante da rompere lo stupore che teneva prigioniero il cervello di Bill. Si voltò. Il viso del Leader, duro come il ferro sotto il casco d'acciaio, stava assumendo un'espressione di ferma risoluzione. Bill si accorse che aveva preso una decisione e provò un'improvvisa, stupefatta ammirazione per quell'uomo. Dopo tutto, non doveva essere diventato Leader per niente.

«È un pazzo a dirci tutto questo, Cory. Pazzo o stupido, o entrambe le cose. Non sa che cosa significa? Non pensi che abbiamo stabilito questo contatto senza prepararci per un caso di difficoltà! La stessa forza che conduce la vista e il suono dal nostro mondo al suo, può portare anche la distruzione! In nessun luogo del nostro passato è segnato che William Cory fu ucciso da una raffica di un'arma atomica mentre sedeva alla sua scrivania... ma, perdio! signore, se lei può cambiare quel passato, anche noi lo possiamo!».

«Ciò significherebbe distruggere anche voi, non le pare?». Bill ricordò questo col tono più fermo che poteva, cercando d'incontrare gli occhi infuriati di quest'uomo che non doveva aver mai affrontato una decisa opposizione prima di allora, e chiedendosi se aveva già accettato una verità che doveva sembrare terribilmente impossibile per lui.



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