Le origini del totalitarismo by Hannah Arendt

Le origini del totalitarismo by Hannah Arendt

autore:Hannah Arendt [Arendt, Hannah]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858426647
editore: Einaudi


Partito e movimento

Le due specie d’imperialismo, continentale e d’oltremare, registrarono i loro successi e fallimenti iniziali in campi esattamente opposti. Mentre l’imperialismo continentale riuscí a dare forma concreta all’ostilità contro lo stato nazionale organizzando larghi strati popolari al di fuori del sistema dei partiti e non conseguí alcun risultato nell’espansione tangibile, quello d’oltremare, pur trionfando nella folle corsa all’annessione di territori sempre piú estesi, non ebbe fortuna quando tentò di cambiare la struttura politica metropolitana. La rovina del sistema dello stato nazionale, che era stata preparata dal suo imperialismo d’oltremare, fu poi portata a compimento dai movimenti che avevano avuto origine fuori della sua sfera. Ma questi poterono minare soltanto i paesi dove erano in lizza molti partiti; e la mera tradizione imperialista non fu sufficiente a dar loro un seguito di massa. La Gran Bretagna, il classico paese del bipartitismo, non produsse alcun movimento di rilievo, né fascista né comunista.

La pretesa di essere «al di sopra dei partiti», di fare appello agli «uomini di tutti i partiti», di «rappresentare gli interessi puramente nazionali rimanendo estranei alle contese dei partiti»74 caratterizzò tutti i gruppi imperialisti, essendo una conseguenza naturale della loro predilezione esclusiva per la politica estera, in cui si supponeva che la nazione agisse come un tutto unico in ogni circostanza, indipendentemente dalle classi e dalle fazioni75. Inoltre, poiché nei sistemi continentali tale rappresentanza della nazione nel suo insieme era stata «monopolio» dello stato76, poté sembrare che gli imperialisti ponessero le esigenze di quest’ultimo al di sopra di qualsiasi altra cosa e che gli interessi generali della nazione avessero finalmente trovato in essi il tanto atteso appoggio popolare. Ma, a dispetto delle pretese di genuina rappresentanza nazionale, i «partiti al di sopra dei partiti» rimasero piccole associazioni d’intellettuali e di persone agiate e, come la Lega pangermanista, riuscirono ad avere un seguito piú largo soltanto in periodi di emergenza77.

La trovata decisiva dei pan-movimenti non fu dunque quella di porsi al di fuori e al di sopra della partitocrazia bensí quella di chiamarsi «movimenti», alludendo alla profonda sfiducia nei confronti di tutti i partiti, già diffusa in Europa al passaggio del secolo e diventata alla fine cosí radicale che, ai tempi della repubblica di Weimar, «ogni nuovo gruppo riteneva di non poter trovare di fronte alle masse corteggiate una legittimazione migliore della marcata ostentazione del fatto di non essere un “partito” ma un movimento»78.

L’effettiva disintegrazione del sistema europeo dei partiti non venne certo provocata dai pan-movimenti, bensí dai movimenti totalitari. Tuttavia i pan-movimenti furono i precursori di questi, dato che eliminarono l’elemento dello snobismo, cosí vistoso in tutte le leghe imperialiste (in Inghilterra lo snobismo della ricchezza e della nascita, in Germania quello dell’educazione), e poterono quindi trarre vantaggio dall’odio popolare contro le istituzioni che pretendevano di rappresentare il popolo79. Non sorprende che il fascino dei movimenti in Europa non sia stato molto pregiudicato dalla disfatta del nazismo e dal timore del bolscevismo. Cosí come stanno le cose, la Gran Bretagna è l’unico paese europeo dove il parlamento non è disprezzato e il sistema dei partiti non è odiato80.



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