Le quattro mogli dell'imperatore by Paolo Cesaretti

Le quattro mogli dell'imperatore by Paolo Cesaretti

autore:Paolo Cesaretti [Cesaretti, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


VI

EUDOCIA, LA PASQUA DEL DOLORE

La città di Babilonia, anche per influssi biblici, era l’emblema della corruzione. «Figlia di Babilonia» era dunque colei che quella corruzione incarnava e rispecchiava con la sua vita, contaminando la «Nuova Gerusalemme» a capo dell’Impero cristiano e romano. Nessuno, a quanto sappiamo, osò mai profferire apertamente queste parole nei confronti di Zoe «Zautzina», ma in riferimento a lei si osò scriverle. Ciò non accadde in un testo, per quanto corrosivo e destinato a una circolazione «esoterica» in una fronda selezionata di oppositori al potere imperiale, quali furono per esempio gli Anecdota antigiustinianei di Procopio di Cesarea, bensì in un’iscrizione rinvenuta all’interno di una bara, qualche mese dopo la morte di Stiliano Zautze, forse all’inizio dell’anno 900.

Stavolta non si trattava della riapertura di una sepoltura eletta, com’era accaduto più volte per ordine di Leone, e sempre con intenti in qualche modo pii. Stavolta le cose erano diverse, e riguardavano proprio Zoe, perché la bara con l’iscrizione offensiva era stata preparata per lei e la salma che fu lì deposta era la sua. Dell’iscrizione e della sua storicità sono state date molte e diverse interpretazioni, giacché potrebbe anche trattarsi di un «falso» con intento corrosivo. Sappiamo invece assai poco in merito alla causa della morte, che pare comunque riconducibile all’aggravarsi del morbo per cui era stata dispiegata sulla donna la cinta della Vergine. La taumaturgia aveva avuto successo, ma non abbastanza a lungo; Zoe era morta, ancora relativamente giovane, poiché aveva all’incirca l’età di Leone.

Quale fosse il sentimento dell’imperatore nei confronti della donna che contro tutto e tutti aveva voluto sposare lo cogliamo dal complesso delle fonti. Esporremo altrove un episodio che coinvolge la memoria di Zoe e il monaco Eutimio; qui ci soffermiamo sulla caduta della casa di Zautze, giacché quella caduta e la sorte postuma di Zoe sono interconnesse. Infatti il complotto denunciato dall’eunuco Samonas avvenne dopo la morte di Zoe. Il nipote che lo aveva orchestrato fu allontanato dal Palazzo ma ricevette da parte dell’imperatore una somma rilevante, con l’impegno di spenderla in opere pie affinché potesse «trarne beneficio l’anima di Zoe nell’aldilà». Testimonianza forte non solo di ciò che Leone provava per lei, ma anche in merito al fatto che i suoi occhi, pur benevoli, trovavano comunque in lei qualcosa da espiare, e difficilmente sarà stato legato alla condotta della sposa verso di lui durante gli anni del matrimonio.

Quanto alla costruzione di una chiesa dedicata a Santa (sic!) Zoe, sembra essersi trattato di un’invenzione delle fonti, diversamente dalla chiesa di Santa Teofano. Nella scarsa ma non insignificante attività edificatoria di Leone, esiste semmai una chiesa di Palazzo dedicata a Lazzaro e a Maria Maddalena; ma anche a voler tratteggiare Zoe come la Maddalena, nessuno poteva restituirgliela viva.

La nuova vedovanza dell’imperatore non era paragonabile alla prima: il rapporto impostogli con la devota Teofano lo aveva spinto di sua volontà verso Zoe, ma nessuna ombra sembra avere offuscato il rapporto con quest’ultima. Forse aveva sperato di rendere attiva, con lei, nella pratica dei giorni e delle



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