Le vie del diritto romano by Luigi Capogrossi Colognesi;

Le vie del diritto romano by Luigi Capogrossi Colognesi;

autore:Luigi, Capogrossi Colognesi; [Capogrossi Colognesi, Luigi]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Ritrovare l'Europa
ISBN: 9788815410931
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2023-10-14T22:00:00+00:00


La stagione dei commentatori

Queste nuove strategie di ricerca e il rinnovamento dei metodi d’insegnamento derivatone furono indicati come propri della «scuola del commento». Perché, lo ripeto, in primo piano era ormai non più il singolo frammento del Corpus iuris, con il caso particolare in esso affrontato, ma una più ampia e complessa problematica che atteneva ai vari istituti legali in cui si sostanziava l’intera vita del sistema giuridico. Questo era esaminato seguendo uno schema logico attraverso cui si esaminavano e si discutevano sia i testi antichi relativi alla questione considerata che le opinioni dei giuristi moderni. Ciò non rappresentava solo un perfezionamento delle tecniche interpretative, ma permetteva di modificare la struttura del percorso analitico, facendolo dipendere strettamente da un più ampio sistema di concetti e tipizzazioni. Da un lato s’imponeva appieno l’interesse per gli «istituti» che già i Romani avevano evidenziato, associando loro le suddivisioni interne del Digesto, come del Codex: dalla proprietà all’usufrutto, alle servitù, ai vari tipi di fonti delle obbligazioni, alle successioni, ai testamenti e via dicendo. Ora tuttavia diventava anche riferimento sistematico per disciplinare la realtà contemporanea, seguendo talora linee molto innovative e con esiti assai diversi dagli antichi schemi romani. Questa logica affiorata sin da Irnerio, come sappiamo, con l’autonomo configurarsi delle analisi sviluppate da questi nuovi autori, s’impose con la massima evidenza giungendo forse al punto di massimo splendore – ed è una delle vette che la storia di questa scienza ha sicuramente raggiunto, sino ai giorni nostri – nell’opera di Bartolo di Sassoferrato.

Di nessuno, forse, come di questo studioso marchigiano, nato nel 1313 o l’anno successivo, che aveva insegnato alcuni anni a Pisa, per poi spostarsi a Perugia, dove morì nel 1357, colpisce l’impari rapporto tra la grandezza dell’opera e la pochezza degli anni concessigli. L’ho già detto ma lo ripeto: è con un senso di straordinaria umiltà che m’inoltro in queste pagine, ripensando all’enorme sapere e alla dimensione delle opere realizzate dai personaggi da me evocati, sino poi agli straordinari maestri cinque e seicenteschi. E nessuno forse come Bartolo s’impone per lo spessore della forza innovativa dei suoi percorsi ricostruttivi, così come essi si ritrovano nelle sue varie opere raccolte poi nelle edizioni quattro- e cinquecentesche, con i dieci colossali volumi in folio, (il cui testo corrisponde a molte decine dei nostri moderni volumi). Ben sei di essi contengono il suo vastissimo commento alle tre parti del Digesto, seguito da quello ai primi nove libri del Codex, poi dalle raccolte dei suoi consilia, in cui si tratta di pareri legali da lui redatti e dei suoi numerosi trattati su singoli temi, di carattere «monografico».

In moltissimi campi del diritto le soluzioni proposte da Bartolo sono penetrate in profondità nella tradizione di pensiero da cui derivano tanti moderni sviluppi dottrinali e a lui può esser accreditata la fondazione stessa di un settore fondamentale del diritto come la scienza del diritto pubblico. Ancor oggi, nell’approfondire un qualsiasi argomento di qualche rilievo nell’ambito dei sistemi civilistici europei, chi abbia la pazienza e la cultura di aprire



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