L'equivoco del Sud by Carlo Borgomeo

L'equivoco del Sud by Carlo Borgomeo

autore:Carlo Borgomeo [Borgomeo, C.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: eBook Laterza
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2013-09-14T16:00:00+00:00


7. Una diversa politica era possibile

1. Nelle pagine precedenti, senza alcuna ambizione di voler ricostruire in modo organico la vicenda dell’intervento per il Sud, ho tentato di mettere in luce come in sessant’anni le politiche per il Mezzogiorno siano state improntate ad un approccio esclusivamente quantitativo.

L’impegno dei governi per risolvere l’antica questione è stato misurato in miliardi di lire, poi milioni di euro, stanziati. La valutazione dei risultati è stata sempre, di fatto, riferita alle risorse. Vi sono state eccezioni, o meglio tentativi di innovazione e riflessioni critiche; ma la politica è stata caratterizzata da una sostanziale disattenzione alle dinamiche della domanda, da una forte inerzia che ha impedito alle classi dirigenti di interpretare e assumere in una nuova idea di sviluppo le grandi novità pure emerse nel corso degli anni3.

Nel dibattito, pur con qualche voce dissonante, ha finito per prevalere una sorta di pensiero unico, così riassumibile: la questione del Sud coincide con il divario del pil e si può risolvere con adeguati trasferimenti di risorse. Tutto il resto conta poco e anzi può rappresentare una pericolosa dimensione minimalista, se non addirittura “negazionista”.

Di questo atteggiamento, di questo invincibile e immodificabile sillogismo, è prova la reazione irritata di fronte a interpretazioni diverse del divario o alle stesse critiche alle tradizionali modalità di intervento, alla luce dei modesti risultati conseguiti.

La reazione non è mai riferita al merito delle riflessioni o alla validità dei temi proposti: si teme che mettere in discussione la formula collaudata per decenni significhi arrendersi.

Quando si tenta di spostare la discussione ad un livello diverso, quando si cerca di individuare percorsi che portino a una diversa strategia politica si viene accusati:

– di sottovalutare la gravità del problema;

– di ritenere inutile o pericolosa la destinazione al Sud di risorse finanziarie;

– o addirittura di essere portatori di una cultura “liberista”.

Accuse totalmente infondate per chi ritiene:

– che i problemi del Sud siano gravissimi ma non riferibili esclusivamente – e neppure prevalentemente – al divario del reddito;

– che vi sia bisogno di risorse finanziarie aggiuntive ma che esse non sono “comunque” un bene: vanno indirizzate verso nuove priorità ed erogate con modalità più trasparenti e partecipate, in un’indispensabile logica di responsabilità dei soggetti meridionali;

– che senza queste condizioni le risorse eventualmente trasferite non solo sono uno spreco ma risultano dannose per lo sviluppo.

2. Per fortuna lo schema tradizionale che sosteneva le politiche di crescita appare sempre più datato. Emerge con crescente forza una concezione delle politiche di sviluppo più attenta alle questioni del capitale sociale, della conoscenza, della coesione sociale, della cooperazione, della tenuta dei sistemi istituzionali locali. La grande crisi finanziaria ha indubbiamente accentuato e accelerato queste riflessioni, ma esse erano già da tempo ampiamente sviluppate.

Certo fa impressione leggere sulla «Harvard Business Review» che

l’opportunità di creare valore economico attraverso la creazione di valore sociale sarà una delle più potenti forze che guideranno la crescita dell’economia globale. (Porter e Kramer, 2011)

Sembrano ormai del tutto smentite le teorie neoclassiche secondo cui la diseguaglianza è un incentivo per la crescita. L’idea che l’accumulazione di



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