L'impostore by Javier Cercas

L'impostore by Javier Cercas

autore:Javier Cercas
La lingua: ita
Format: epub, mobi, azw3
Tags: ebook
editore: Guanda
pubblicato: 2015-09-03T16:00:00+00:00


L’autodistruzione della CNT non si verificò per le contraddizioni che albergava al suo interno, bensì per gli errori che essa stessa commise e che resero quelle contraddizioni irresolubili. Il primo, e forse il più importante, fu un errore di calcolo. Nel 1977, in piena euforia per il successo del sindacato, i giovani anarcosindacalisti che sostenevano Marco proposero di tenere un congresso che ridefinisse l’organizzazione, correggesse l’anacronismo e l’inefficacia di molte delle sue impostazioni e le adattasse ai nuovi tempi; era un’idea molto ragionevole, soprattutto tenendo in conto che l’ultimo congresso si era svolto nel 1936. Però i giovani anarcosindacalisti commisero l’imprudenza (o l’ingenuità) di includere tra i punti del futuro congresso la revisione del ruolo svolto dai dirigenti dell’esilio durante i quarant’anni del franchismo, specificando in quel paragrafo l’esigenza che Federica Montseny in persona redigesse un rapporto sull’accaduto: Marco e i suoi amici non previdero che i vecchi esiliati avrebbero inteso quella proposta così come la intesero, ovverosia come una mancanza di rispetto o una minaccia o un insulto di quei giovincelli ingrati che adesso, dopo che loro erano riusciti a mantenere eroicamente in alto la bandiera libertaria durante gli anni brutali della dittatura, pretendevano di fare le pulci alla loro condotta e di sistemare i conti. Questa goffaggine tattica iniziò a scatenare le furie nel seno dell’organizzazione. Ma a scatenarle definitivamente fu il caso Scala.

Tutto accadde domenica 15 gennaio 1978, quando Marco era ancora segretario generale per la Catalogna della CNT. Quel giorno il sindacato convocò a Barcellona una manifestazione contro i Patti della Moncloa, un accordo promosso dal governo Suárez e firmato tre mesi prima dai principali partiti politici, dai sindacati e dalle associazioni imprenditoriali che cercava di pacificare la vita sociale del paese e di stabilizzare il processo di transizione dalla dittatura alla democrazia; la protesta fu un successo: vi parteciparono circa diecimila persone. Ma verso mezzogiorno, quando lo stesso Marco aveva dato per conclusa la manifestazione in plaza de España e la folla si era disciolta, quattro bottiglie molotov di fabbricazione casereccia esplosero nella sala da ballo Scala. Nell’incendio morirono quattro lavoratori. Anche se due di loro erano iscritti alla CNT, tutti i sospetti su chi avesse commesso l’attentato si appuntarono subito sul sindacato o sull’ambiente del sindacato; e anche (almeno all’interno dello stesso sindacato) su infiltrati della polizia che, seguendo istruzioni del governo, cercavano di screditare l’unica organizzazione sindacale rilevante che si opponesse all’andamento della transizione politica, ritenendo che si stesse realizzando contro gli interessi dei lavoratori. Sebbene i due sospetti fossero in contraddizione, vennero confermati entrambi. Nel dicembre del 1980 un tribunale condannò sei persone legate alla CNT per l’attentato alla Scala, ma due anni dopo venne condannato, come istigatore e organizzatore dei fatti, anche un confidente della polizia chiamato Joaquín Gambín. Non c’è alcun dubbio che il governo fosse interessato a screditare la CNT, o piuttosto a farla fuori; ma è impossibile escludere che i settori più puristi e intransigenti dell’organizzazione – a cominciare da quello dei vecchi esiliati, che non volevano essere



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.