L'incredibile viaggio delle piante by Stefano Mancuso

L'incredibile viaggio delle piante by Stefano Mancuso

autore:Stefano Mancuso [Mancuso, Stefano]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: i Robinson / Letture
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2018-11-14T16:00:00+00:00


Un altro mistero riguardante la Lodoicea maldivica che soltanto di recente è stato risolto, o almeno ne è stata fornita una spiegazione soddisfacente, riguarda proprio le abnormi dimensioni del frutto e del seme di queste piante. Come mai sono così fuori scala? Il compito del seme dovrebbe essere quello, per quanto possibile, di diffondere la specie, ma un seme di 18 kg non è sicuramente la soluzione più adatta per andarsene in giro. Allora, di nuovo, perché questi semi sono così grandi e pesanti? Qualunque sia il sistema di diffusione adottato dalle piante, non esiste nulla di simile nel regno vegetale. Un tale investimento di energia e materia in un singolo seme ricorda molto di più le strategie riproduttive di alcuni animali superiori che quelle adottate dalle piante.

Alcuni animali investono molto nella produzione di una piccola progenie cui dedicano cure parentali lunghe e impegnative. Avviene, per caso, qualcosa di simile anche nelle piante? Fino a qualche anno fa parlare di cure parentali nelle piante poteva sembrare pazzesco. Anche il solo accenno a qualcosa del genere era accolto con sprezzante sufficienza. L’ipotesi di uno squilibrato. Si pensava che le cure parentali fossero appannaggio dei soli animali superiori. Non sembrava davvero possibile immaginarle nel mondo delle piante. Poi gradatamente le cose iniziarono a cambiare e attraverso una serie di ricerche molto puntuali si iniziò a dimostrare che la cura della propria progenie esisteva anche fra le piante.

Cure per la propria prole sono, ad esempio, presenti in un minuscolo cactus (meno di 3 cm di diametro) chiamato Mammillaria hernandezii, originario di una zona semi-arida del Messico. Nel luogo dove cresce, piove poco e ad intermittenza. Le piante di questi habitat sono adattate quindi a sopportare frequenti cicli di siccità. Una caratteristica speciale di questo mini-cactus è che una volta prodotti i propri semi ha la capacità di non diffonderli subito ma di conservarli e rilasciarli nell’ambiente quando ci sono le migliori condizioni per la germinazione. Mantenendoli all’interno della pianta madre, Mammillaria hernandezii, insegna ai propri semi ad affrontare l’imprevedibilità del loro habitat. Infatti, i semi sperimentano insieme alla madre i cicli di pioggia e siccità, imparando come affrontarli, una volta germinati8. Si tratta, come è evidente, di cure verso la prole, ma ancora non esattamente di cure parentali. Quest’ultime, vere e proprie, sono alla base della soluzione di un altro enigma botanico: come fanno delle piantine appena nate in una foresta a sopravvivere per il tempo necessario a diventare autonome? Le foreste o i boschi sono, infatti, luoghi molto bui, soprattutto ai livelli più bassi; il seme di un albero che vi germinasse non avrebbe per lungo tempo alcun accesso alla luce. Qual è il meccanismo che permette a queste piantine di crescere fino a raggiungere l’altezza sufficiente per poter fare la fotosintesi? La soluzione fu trovata qualche anno fa. In un bosco, la maggior parte delle piante è connessa attraverso una rete sotterranea formata dalle radici e dai funghi che vi vivono in simbiosi. Attraverso questa rete, le piante adulte del clan si prendono cura delle più piccole, provvedendo gli zuccheri necessari alla sopravvivenza9.



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