L'Invenzione degli Stati Uniti - I Padri - Washington Adams Jefferson by Gore Vidal

L'Invenzione degli Stati Uniti - I Padri - Washington Adams Jefferson by Gore Vidal

autore:Gore Vidal [Vidal, Gore]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: saggi
editore: bandinotto
pubblicato: 2012-09-10T10:42:18+00:00


Fra il 1793 e il 1797, l'agricoltore filosofo Jefferson sembrò subire quella che una generazione successiva avrebbe definito una crisi di mezza età. Egli vi fa allusione il 27 aprile 1795 in una lettera a Madison, capo riconosciuto del partito repubblicano, il cui idolo era... lo stesso Jefferson. «La mia salute», scrive a Madison, «ha subìto un crollo totale negli ultimi otto mesi». Eppure, all'età di cinquant'anni, non aveva nessuna intenzione di abbandonare la sua rete di agenti politici, mentre al tempo stesso costruiva e ricostruiva Monticello e continuava a coltivare (frumento, non tabacco). Di quel curioso periodo scriverà in seguito alla figlia Polly: «Dal 1793 al 1797, sono rimasto chiuso in casa, non ho visto nessuno se non coloro che si spingevano fin lì, e alla lunga sono diventato molto consapevole degli effetti deleteri che la solitudine aveva sulla mia mente, e della sua diretta e irresistibile tendenza a rendermi inadatto alla società e a disagio ogni volta che ero costretto a dedicarmici. Ho avvertito allora gli effetti del mio ritiro dal mondo quanto basta per capire che esso conduce a uno stato mentale asociale e misantropico che punisce duramente chi gli cede». Anche se in trentasette mesi non si allontanò mai più di 7 miglia da Monticello, Jefferson scriveva lettere, leggeva i giornali, riceveva visite. A un anno dal suo «pensionamento», Madison lo proponeva come candidato repubblicano alla presidenza contro il «partito britannico».

Alexander Hamilton aveva dato le dimissioni da segretario del Tesoro il 31 gennaio 1795, un sabato. Il lunedì seguente, Washington accettò le dimissioni, senza battere ciglio: «In ogni rapporto che avete avuto con me ho riscontrato che la mia fiducia nel vostro talento, nei vostri sforzi e nella vostra integrità era ben riposta». Il 3 febbraio Hamilton rispondeva: «Per quanto spesso io possa ricordare le angherie che ho sopportato, la vostra approvazione sarà un conforto grande e prezioso. Potrete sempre contare sui miei fervidi voti per la vostra felicità pubblica e privata».

In politica, l'unica cosa che conta è il reciproco bisogno, per quanto temporaneo. Per il momento, Hamilton era libero di tornare a New York, alla legge, alla sua tendenza compulsiva alla connivenza politica, e sarebbe tornato soltanto quando il presidente avesse avuto bisogno di lui per un ultimo compito: la stesura dell'Addio alla Nazione del presidente, una specie di credo che sarebbe stato il lascito perpetuo di Hamilton (e di Washington) al sistema americano, dopo la straordinaria intuizione che l'indebitamento della nazione, se ben amministrato, è il segreto della sua prosperità. Finalmente, il gabinetto originario di Washington si era disperso, a eccezione di Edmund Randolph, divenuto segretario di Stato.

A Londra, John Jay aveva concluso un trattato con l'Inghilterra, firmandolo lui stesso con Lord Grenville. Ma al 4 marzo - il giorno in cui il Congresso sospese i lavori - non ne era giunta alcuna copia, il che poneva il Senato nell'impossibilità di dare o negare il proprio consiglio e assenso. Washington e Randolph erano giustamente nervosi per il contenuto del trattato.

Finalmente, il 7 marzo, arrivò



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