L'Italia del Family day by Massimo Gandolfini & Stefano Lorenzetto

L'Italia del Family day by Massimo Gandolfini & Stefano Lorenzetto

autore:Massimo Gandolfini & Stefano Lorenzetto [Gandolfini, Massimo & Lorenzetto, Stefano]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2016-08-14T22:00:00+00:00


A giudicare dai discorsi che sento fare da genitori, insegnanti, educatori, si direbbe che il numero degli omosessuali sia in forte aumento, soprattutto fra gli adolescenti. Un parroco nella sua provincia mi ha raccontato che l’omosessualità «è molto diffusa fra i quindicenni, in particolare quelli che hanno i genitori separati» e mi ha spiegato che i ragazzi «crescono fin da piccoli con la pornografia di Internet, a 12-13 anni hanno già provato tutto e quindi vanno in cerca di nuove esperienze che gli vengono offerte su un piatto d’argento dai gestori dei ritrovi notturni, numerosi sulle sponde del lago di Garda». È davvero così?

«Sì. L’ambiente culturale e sociale incentiva le pratiche omosessuali, su questo non ho alcun dubbio. Ciò comporta un aumento dei giovani che consolideranno questa natura da adulti. La psicologia dell’età evolutiva ci spiega che tutti noi, in un periodo che va dall’infanzia all’adolescenza, avvertiamo la tendenza a una maggiore attrazione affettiva verso persone del nostro stesso sesso. Fa parte dello sviluppo della nostra personalità. È ovvio che se una certa cultura asseconda tale tendenza, la rende socialmente accettabile, o addirittura desiderabile, e la cristallizza in un modello di vita, gli omosessuali saranno sempre di più».

Lele Mora, l’agente dei divi, mi ha detto che sono già maggioranza.

«Se lo dice Lele Mora...»

Il popolo del Family day parla spesso di «ordine naturale» e di «famiglia naturale», cioè quella formata da uomo e donna. Ma se in natura l’omosessualità esiste persino fra gli animali, non crede che ciò rientri in qualche modo nel disegno divino?

«Questo è solo un mantra stantio che viene continuamente ripetuto dai gay. L’omosessualità in natura esiste soltanto per alcune specie se vengono costrette a vivere in cattività. Secondo la rivista Life Science i casi documentati non superano le 500 specie. Vorrei ricordare che, da quando il naturalista svedese Linneo cominciò, verso la metà del Settecento, la classificazione degli esseri viventi che si assomigliano e che si accoppiano soltanto fra di loro, sono state catalogate più di 8,7 milioni di specie animali e che le stime parlano però di un numero complessivo oscillante dai 3 ai 100 milioni. Il National Geographic ritiene addirittura che l’86 per cento delle specie terrestri sia ancora da classificare. Quindi i comportamenti omosessuali riguarderebbero dallo 0,01 allo 0,0005 degli animali attualmente conosciuti».

Rarità.

«Il professor Enrico Alleva, che è stato presidente della Società italiana di etologia e dal 1990 dirige la divisione di neuroscienze comportamentali dell’Istituto superiore di sanità, invita a distinguere gli atti omosessuali spiegabili con la forzata convivenza di esemplari del medesimo sesso, per esempio negli allevamenti o negli zoo, dai comportamenti sessuali promiscui in specie nelle quali l’offerta sessuale è un modo di comunicare o di stringere alleanze. Succede per esempio fra le scimmie, animali sociali per eccellenza, che si servono del sesso per stabilire le gerarchie nel gruppo e rinsaldarne la coesione. Ma gli animali sono una cosa, mette in guardia l’etologo Alleva, e l’uomo un’altra, quindi vanno evitate le letture antropomorfe della natura: “Se nella testa dello scienziato c’è già



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