Lo strano caso del quadro scomparso by Alessandra Carnevali

Lo strano caso del quadro scomparso by Alessandra Carnevali

autore:Alessandra Carnevali [Carnevali, Alessandra]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2023-07-02T22:00:00+00:00


Capitolo 19

Una volta lasciato l’hotel Belsito, Adalgisa annunciò a Paris che era arrivato il momento di andare a trovare la Verdelli al MAXXI.

Paris sbuffò. «Ma non possiamo andarci domani? C’ho fame!».

«Coraggio, è l’ultima tappa, poi ti prometto che andiamo ad abbuffarci di cace e ova dall’abruzzese», la spronò il commissario, poi aggiunse: «Certe volte mi sembra di aver a che fare con una bambina di cinque anni».

«Te l’ho detto che sto a regredi’», rispose Tamara.

«Così mi pare un po’ troppo, però».

Arrivarono davanti al MAXXI e all’ingresso chiesero di poter parlare con Marianna Verdelli, ma fu loro detto che era appena uscita.

Dall’atteggiamento impacciato dell’addetta all’accoglienza, la Calligaris fiutò aria di panzana, ma non poté fare altro che salutare educatamente e girare i tacchi.

Mentre si allontanavano, Paris si voltò indietro e subito dette di gomito a Adalgisa: «Ma quello che sta entrando ora non è il tizio nordico che l’altra sera stava a cena con la Verdelli all’Anatra d’Oro?». Anche Adalgisa lo riconobbe e con Paris decisero di rimanere nei paraggi, nel caso fosse spuntata anche la curatrice.

La loro attesa si rivelò fruttuosa. Circa dieci minuti dopo, infatti, videro uscire Marianna Verdelli insieme all’uomo dai tratti nordici. Lui aveva un’espressione molto seria e procedeva a testa bassa con le mani infilate nelle tasche di un impermeabile grigio fumo, lei invece sembrava spaventata e camminava precedendolo di qualche passo.

Adalgisa ebbe la netta impressione che lui la minacciasse, forse addirittura puntandole un’arma addosso. Così decise di seguirli, cercando però di mantenere una certa distanza per non essere notata. Paris invece pensò fosse meglio separarsi dall’amica, ritornare alla pensione e aspettarla in camera.

Alla reception non c’era Nikolin e nemmeno Xiu. Seduta dietro il banco in legno c’era la signora Perseide, con il suo grembiule brandizzato che faceva le parole crociate.

«Mi aiuti col tre verticale», disse rivolgendosi a Tamara. «Lo è chi realizza copie illegali di denaro o opere d’arte! Otto lettere».

«Falsario», rispose prontamente la Picchio.

«Lei ne conosce qualcuno?», chiese Perseide.

«Nessuno, e lei?»

«Io no, ma il signore che è passato a cercarvi circa un’ora fa è convinto che lei e la sua amica potreste aiutarlo a rintracciarne uno».

«Non capisco cosa stia dicendo, signora. La mia amica è uno stimato commissario di polizia e se avesse conosciuto un falsario, probabilmente quello sarebbe in galera».

«Pare di no invece, e il signore di prima sembrerebbe piuttosto ansioso di incontrarlo».

«Mi potrebbe descrivere questo signore?»

«Alto, un bell’uomo, ben vestito. Indossava un impermeabile grigio scuro. Probabilmente straniero a giudicare dall’accento».

«Le ha per caso detto come si chiamava?».

Perseide scosse la testa. «No, ma mi ha pregato di dirvi che tornerà e, mi creda, signorina Picchio, non aveva affatto un’aria rassicurante mentre lo diceva».

Paris, scossa dalle parole della proprietaria della pensione, salì in camera a gran velocità e si chiuse dentro a doppia mandata.

Dopo una mezz’oretta tornò anche Adalgisa, che dopo aver seguito per un breve tratto di strada la Verdelli e il suo accompagnatore, era stata costretta a rinunciare perché i due erano entrati all’hotel Belsito e probabilmente erano andati a fare una visita ad Agnes Balla.



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