L'Odissea raccontata da Penelope Circe Calipso e le altre by Marilù Oliva

L'Odissea raccontata da Penelope Circe Calipso e le altre by Marilù Oliva

autore:Marilù Oliva [Oliva, Marilù]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Le Sirene

È da tanto che io e le mie sorelle aspettiamo che passi qualcuno per spolparlo di carni e midollo e lasciar poi luccicare le sue ossa al sole, come miriadi di trofei scolpiti dalla morte che decorano le coste della nostra isola. Non è per malvagità che noi Sirene ci nutriamo dei naviganti e chiunque si imbatta nella zona del nostro canto, no: noi siamo così perché lo siamo diventate, predatrici del mare per necessità, fameliche perché non abbiamo mai ricevuto nulla, un sorriso, una coppa di acqua che disseta, un’offerta da mani amiche.

Oziamo tra gli scogli o sul lido, appollaiate col corpo ambiguo – metà donna metà uccello –, i lunghi capelli crespi mossi e i piedi di rapace. Attorno, un afrore pregno di pesce essiccato. La nostra natura di uccello ci fa indovinare le bizze del tempo e sentiamo l’odore di umano anche da molto, molto lontano.

Io mi chiamo Partenope perché, come le mie sorelle, sono vergine. Ciò che immaginano i marinai ascoltando la nostra voce melodiosa, ciò che vorrebbero fare con noi, resta nel mondo imprecisabile dei sogni. Ciò che invece noi vogliamo fare con le loro carni muscolose e scattanti, invece, spesso otteniamo, come dimostra il cimitero di ossa che rende quasi latteo il lido selvaggio dove alberghiamo. Ogni tanto lasciamo sfinire un cadavere, perché la sua pelle rinsecchita ci ricordi di cosa siamo capaci. Non si chiama crudeltà, ma legge di natura e il mare – si sa – amplifica ogni istinto.

Siamo esperte di canto, suoniamo la lira o il flauto doppio, cantiamo lo scibile della terra, delle acque, dei cieli, accompagnando le musiche con voci che prodigano ipnosi. Abbiamo pochi talenti, il più utile è che sappiamo aspettare condensando le ore nello spazio di una frazione di attimo evanescente e così non ci spazientiamo mai: attendiamo giorni, settimane, mesi, certe che prima o poi un’imbarcazione passerà e ci vorrà così poco a dispiegare le voci incantatrici e attirare i marinai.

Siamo brave a lasciar scorrere i granelli di sabbia nella clessidra immaginaria, posata sulle spiagge macchiate da cespugli e piccoli arbusti intricati. Quando un’imbarcazione è a breve distanza, ci mettiamo in allerta e puntiamo la sua sagoma nera lungo una qualsiasi delle linee del mare. Sappiamo esattamente ciò che vogliamo e questa consapevolezza ci rende il traguardo un successo quasi scontato. Quasi sempre.

Adesso, per esempio.

La nave di Odisseo procede a gran ritmo, le onde schiumose battute dalla forza dei remi, sospinta da un vento propizio che gonfia le vele. Si avvicina sempre più con la sua prora turchina e la fissiamo come fa una leonessa quando ha puntato una gazzella dalle esili zampe. C’è un momento di silenzio, durerà poco e poi prevarranno i rumori dei movimenti alati che remano l’aria, intanto pregustiamo le prede catturate, la masticazione delle carni lacerate, il sangue che colerà caldo, quando ingoieremo le grida agghiaccianti di chi capisce che sta per essere sbranato.

L’acquolina ci inonda la bocca, ci basta un uomo qualsiasi.

Non facciamo distinzione tra schiavi, contadini o sovrani.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.