Luna e le bugie by Mariana Zapata

Luna e le bugie by Mariana Zapata

autore:Mariana Zapata [Zapata, Mariana]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2021-06-15T15:34:54+00:00


Capitolo sedici

Lily mi aveva avvertita del dolore che mi aspettava. Aveva avuto un incidente d’auto due anni prima: l’amico alla guida aveva bruciato uno stop beccandosi un’altra macchina nella fiancata. La mia sorellina aveva sbattuto di faccia contro l’airbag e si era ritrovata con due occhi neri e il naso gonfio, ma nulla di grave.

Quindi, quando le avevo scritto dell’incidente (perché in un modo o nell’altro l’avrebbe scoperto e preferivo essere io a dirglielo) mi aveva avvisata. Prima, mi aveva urlato addosso perché le dicevo una cosa tanto importante via messaggio. «Che è successo?», aveva strillato.

Va detto che anche le altre mi avevano scritto, Kyra subito dopo Lily, Thea un’ora dopo. Non aveva parlato di quel fine settimana e a me era mancato il coraggio di tirarlo in ballo.

Tornando a Lily, mi aveva detto: «Farà male, tettine d’oro».

E tuttavia mi sorprese comunque svegliarmi la mattina dopo e sentirmi come se mi fosse passato sopra un treno. Il collo mi faceva tanto male che non riuscivo a girare la testa. Mi dolevano le spalle. A essere sincera, faceva male dappertutto, persino nel punto in mezzo al petto dove aveva messo la mano Rip.

Ci misi il doppio del solito a farmi la doccia e a vestirmi, il doppio persino a scendere le scale; avrei giurato di aver sbattuto anche le ginocchia. Preparai la colazione come un robot e ringraziai la mia buona stella di avere il pranzo pronto per qualche giorno, anche se non era proprio squisito.

Due antidolorifici dopo, presi la mia roba e le chiavi e mi avviai alla porta.

Pensai per un secondo di darmi malata. Mr Cooper sapeva che avevamo avuto un incidente. L’avevo chiamato mentre l’agente raccoglieva le dichiarazioni di Rip. Era venuto lui a recuperarci sul posto. Mi aveva abbracciato fortissimo, al punto da non poter nascondere che tremava un pochino.

Non mi era sfuggita la lunga occhiata verso Rip; in mia presenza, lui non aveva mai girato lo sguardo verso Mr Cooper, nemmeno una volta. Teneva gli occhi sul carro attrezzi che doveva portare il fuoristrada in officina.

Dopo di che, il mio capo più anziano mi aveva accompagnata a casa, giurando che avrebbe mandato qualcuno a riportarmi la macchina, e dopo avermi seguita fin sulla porta mi aveva abbracciata e detto quant’era contento che stessi bene.

Tuttavia, non appena mi si affacciò alla mente il pensiero di prendermi le ferie, mi rifiutai.

Non stavo per morire. Non potevo fare nulla a casa per cui valesse la pena rimanerci. Nessuno si sarebbe lamentato se fossi stata più lenta del solito.

A parte Jason, ma non avrei sprecato tempo o pazienza con lui. Non era il giorno giusto per darmi sui nervi. Non dopo due strike. Aprii la porta d’ingresso e avevo fatto a malapena un passo fuori quando inchiodai: parcheggiato sul vialetto, dietro la mia macchina, c’era un pick-up nero a doppio abitacolo nuovo di zecca.

E seduto in bella vista dietro il volante c’era Rip.

Sbattei le palpebre. Poi lo feci di nuovo, per assicurarmi di non avere le traveggole.

Cioè, sapevo che non era un’allucinazione.



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