L'uomo in cerca di senso. Uno psicologo nei lager e altri scritti inediti by Viktor E. Frankl

L'uomo in cerca di senso. Uno psicologo nei lager e altri scritti inediti by Viktor E. Frankl

autore:Viktor E. Frankl [Frankl, Viktor E.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, General, History, Holocaust, Medical, Psychiatry
ISBN: 9788891741554
Google: vf8lvgAACAAJ
editore: Franco Angeli
pubblicato: 2017-10-15T07:08:48+00:00


6

Il ritorno alla libertà

Abbiamo parlato dello choc dell’accettazione e della psicologia della vera vita nel Lager; prima di passare alla terza fase delle reazioni spirituali dell’internato, cioè alla psicologia dell’individuo rilasciato, o meglio, liberato dal Lager, vogliamo brevemente occuparci di un problema particolare, che viene spesso proposto allo psicologo in generale, e in special modo a chi ha personalmente vissuto queste esperienze: la psicologia delle sentinelle del Lager. Com’è possibile che uomini in carne ed ossa abbiano veramente fatto ad altri ciò che costoro dicono d’avere eseguito? Chi, dopo aver sentito questi racconti, crede ed accetta per vero che una cosa del genere sia in sostanza possibile, subito dopo chiede come la si possa motivare psicologicamente. Per rispondere a questo problema, anche senza volerne esaminare tutti i particolari, dobbiamo mettere in luce quanto segue: in primo luogo, tra le sentinelle di un Lager vi sono evidentemente dei sadici; li dobbiamo definire così, in un esatto senso clinico. In secondo luogo, i sadici erano scelti con cura quando si doveva formare un gruppo di sorveglianza particolarmente rigido. Alla selezione negativa dei complici e degli aiuto-boia, fatta nella massa degli internati al fine di trovare, per esempio, i Kapos – della quale abbiamo già parlato, dicendo che spiega con logica rigorosa come spesso potessero sopravvivere gli elementi brutali e gli individui egoisti – a questa selezione negativa s’aggiunge nel Lager una selezione positiva dei sadici.

Mentre stavamo nel fossato, sul posto di lavoro, con un freddo rigidissimo, senza abiti che ci proteggessero dal gelo, eravamo naturalmente tutti felicissimi quando ci permettevano di riscaldarci a turno, ognuno dopo circa due ore, vicino a una stufa all’aria aperta che potevamo alimentare con rami o pezzi di legno. Quasi sempre, però, si presentava un capo operaio o un dirigente dei lavori ben felice di guastare la nostra gioia; non era difficile leggere sul suo volto il piacere sadico con il quale proibiva tutto di sua iniziativa, rovesciando la stufa, con quella splendida brace, nella neve. E quando una SS non poteva soffrire qualcuno, aveva sempre un subalterno notoriamente senza scrupoli e specializzato in torture sadiche al quale consegnare lo sventurato.

In terzo luogo, moltissime sentinelle erano semplicemente diventate del tutto insensibili a causa dei molti anni durante i quali avevano assistito, in misura sempre crescente, ai sadismi perpetrati nel Lager. Questi uomini moralmente insensibili e spiritualmente induriti rifiutavano il sadismo almeno nella propria amministrazione; ma ciò era tutto, perché non facevano nulla contro il sadismo degli altri.

Resta una quarta osservazione: anche tra le sentinelle del Lager vi furono – per così dire – alcuni sabotatori morali. Voglio ricordare solo il capo dell’ultimo Lager nel quale fui internato e dal quale mi liberarono. Era una SS. Dopo la liberazione del Lager si venne a sapere ciò che fino ad allora aveva saputo solo il medico del Lager (un prigioniero anche lui): il comandante del Lager aveva segretamente speso molto denaro di tasca propria per acquistare dalla farmacia della borgata vicina medicinali che dovevano servire agli internati1. Un capo-gruppo



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