Mai avere paura by Danilo Pagliaro Andrea Sceresini & Andrea Sceresini

Mai avere paura by Danilo Pagliaro Andrea Sceresini & Andrea Sceresini

autore:Danilo Pagliaro, Andrea Sceresini & Andrea Sceresini [Pagliaro, Danilo & Sceresini, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2015-12-17T23:00:00+00:00


L’«ammorbidimento» dei metodi

Alcuni stage organizzati dalla Legione hanno uno scopo molto semplice: servono per farti esplodere, per portarti ai limiti estremi.1 Perciò parlo di pedagogia: se esplodi a Castelnaudary, molto probabilmente non esploderai durante le missioni operative. Avrai imparato a conoscere i tuoi limiti, a gestirli e governarli, e così avrai salva la vita. Per questa ragione ti verrà impedito di dormire, mangerai poco e subirai il freddo più pungente. Trascorrerai le ore a smontare e rimontare il tuo Famas, e andrai avanti all’infinito, anche per tutta la notte. Il buon legionario ne è consapevole: nessuno gode delle sue sofferenze, nessuno si diverte alle sue spalle. Non si tratta di tortura, ma di semplice addestramento. Solo esplodendo ci si rafforza. Solo rafforzandosi si può tornare tutti interi, evitando che qualcosa vada storto ma soprattutto portando a termine la missione, che per un legionario resta sacra.

Oggi il «metodo Legione» non è più di moda. Diversi addestramenti sono stati sensibilmente ammorbiditi, altri ancora hanno smesso di esistere. Le ragioni sono quelle di cui abbiamo già parlato: il buonismo a ogni costo ha ormai fagocitato la logica. Se io oggi privo un ragazzo del sonno, vengo trattato come un criminale, posso essere denunciato e rischio persino di finire in galera. Poco importa se così facendo gli sto salvando la vita, al giudice questo non interessa.

Fortunatamente, almeno in certi reparti, la vecchia mentalità continua in qualche modo a resistere. Ma si tratta perlopiù di rare eccezioni.

Fino a due anni fa, quando ero di stanza a Mayotte, ero uno dei quattro istruttori che gestivano gli stage di combattimento per i militari dell’Esercito francese. Il livello era a dir poco infimo. Ho visto gente smarrire il proprio fucile lasciandolo cadere in acqua, e più volte ho dovuto immergermi a venti metri di profondità per andare a ripescare le armi perdute.

Funziona che gli allievi sono divisi in tre gruppi, ciascuno dei quali viene lasciato per due giorni su un isolotto deserto a qualche chilometro dal Centro commando. Devono sopravvivere senza cibo e con due bottigliette d’acqua a testa. Prima di lasciarli soli, liberiamo su ogni isola un pollo vivo, giusto per dar loro la possibilità di cacciare: nessuno ci è mai riuscito. In compenso prendono tutto quello che non dovrebbero: dai pesci velenosi, rischiando pericolose intossicazioni, agli uccelli protetti. Gli ambientalisti lo vengono a sapere e scoppia un putiferio.

Trascorse quarantott’ore, i nostri eroi vengono accompagnati sull’isola di Grande Terre, al centro di formazione nella foresta di Kwalé. In base a un preciso modulo di addestramento, devono trascorrere una notte in cima a una collina sperduta nel bosco. Devono allestire un punto di osservazione, organizzare i turni di guardia e sistemarsi all’addiaccio fino all’alba. Il loro coefficiente di resistenza è prossimo allo zero. Per metterlo alla prova, vado personalmente all’assalto della postazione. Riempio lo zaino con un buon numero di granate da esercitazione, prendo il Famas e attendo le prime ore della mattina. Insieme a un altro istruttore riusciamo a distruggere una sezione di venticinque uomini in meno di dieci minuti.



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