Mano Nera by Frediano Sessi

Mano Nera by Frediano Sessi

autore:Frediano Sessi
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2014-01-24T05:00:00+00:00


14.

La fine di Marcel Weinum

Il padre di Marcel Weinum, Robert, dopo la sentenza, lasciò l’aula del tribunale in lacrime. Sapeva che sarebbe stato impossibile cambiare il verdetto di morte in detenzione a vita. Il suo amato figlio era perduto. Tuttavia, il colloquio del giovane con i suoi genitori non si era mai interrotto, nemmeno durante la carcerazione, dopo l’arresto e la reclusione nella prigione di Kehl, in terra tedesca, a pochi chilometri da Strasburgo. I secondini tedeschi non toccavano mai i panni sporchi dei detenuti, che venivano inviati alle famiglie per essere lavati. Marcel riuscì così a scrivere brevi lettere, a matita, su pezzi di carta da giornale nascosti tra la biancheria e le camicie che uscivano dalla prigione.

In questi testi, sempre, il suo scopo è quello di tranquillizzare i genitori, invitandoli ad avere fede in Dio e a pregare.

«Il mio cuore è puro» e «sto ancora bene» scrive in un breve messaggio. «Ho fatto tutto per la mia cara Patria, la Francia.» «Non datevi troppa pena, e non fatevi illusioni, non sarò liberato troppo presto, perché sono un nemico del popolo.» «Occorre avere pazienza.» «Il coraggio non mi manca, con Dio tutto va bene.»1

A Marcel arrivano quotidianamente lettere dai familiari, dalla madre, che subiscono la censura dei carcerieri. La vicinanza dei genitori e il loro amore lo rafforzano. Marcel prega ogni giorno, mattina e sera e scrive: «Loro [i miei carcerieri] credono in Dio, ma a che cosa serve la fede senza le preghiere e le opere? Dio non gli consentirà di riuscire a vincere con la loro follia razziale e la loro esistenza atea.» «Cara mamma, manterrò salda sempre la mia fede. È per essa che ho combattuto. Disgraziatamente ho perduto. Ma ho lottato, ed è questo che conta. Non ho fatto niente di male.»2

«Mi fa soffrire il pensiero che voi siate convinti che le mie siano solo ragazzate [...]. Non è così, io ho lottato per la mia fede e per la Patria. Persino gli uomini della Gestapo mi rispettano. Ora soffro, ma un giorno avrò la giusta ricompensa.»

Marcel scrive che gli dispiace e lo fa soffrire dover rimanere lontano dalla famiglia. E si preoccupa della pena dei suoi genitori. La madre si mostra piena di premure: in cella fa freddo, e vorrebbe che il figlio fosse sempre vestito bene, con indumenti caldi.

«Non fatemi niente di nuovo, nemmeno un maglione, almeno fino a quando non sarò liberato: la mia detenzione durerà ancora. Ma che importa! Il coraggio non mi manca. Tutto per Gesù; quanto a me, non sono niente.»3

Marcel si tiene informato come può della sorte toccata ai suoi compagni di lotta e scrive: «Mi trovo ancora nella prigione di Kehl. Mentre gli altri probabilmente sono a Schirmeck. Là, la detenzione è più dura.» E aggiunge: «ora sono in grado di sopportare tutto per il nostro Salvatore. Anche voi dovete farvi coraggio: soprattutto tu, cara mamma. Un giorno, quando sarò libero, verrai ricompensata. Pensa alla addolorata madre di Dio, che tanto ha sofferto per suo figlio. Ora tu condividi con me questo dolore, ma un giorno con me vivrai la felicità»4.



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