Mare verticale by Marco Ferrari;

Mare verticale by Marco Ferrari;

autore:Marco Ferrari; [Ferrari, M.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: eBook Laterza
ISBN: 9788858114971
editore: edigita
pubblicato: 2014-01-15T00:00:00+00:00


Da Lerici a Bocca di Magra

Totò si faceva fotografare in barca, sul molo; François e Nicoletta trasformavano la cala dell’Eco del Mare in un ritrovo del bien vivre; Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello giravano qui Marinai, donne e guai; i motoscafi Riva sfrecciavano davanti al lido; la castellana Madì avviava uno dei primi ostelli della gioventù in Italia: negli anni cinquanta a Lerici si respirava un clima internazionale, come a Saint-Tropez o Portofino. Un clima che contagiava sia i villeggianti che gli stanziali, non separati da barriere sociali, come conferma l’incredibile vicenda che vede uniti Valentino Bompiani (1898-1992) e Mario Spagnol (1930-1999) che finirà per determinare la storia dell’editoria italiana nel secondo Novecento.

Un giorno del ’54 uno scapigliato ragazzo con un forte accento locale si mise a discutere con Fabio Mauri (1926-2009), artista dell’avanguardia, sul valore dell’arte. Era Mario Spagnol, amante della pittura ottocentesca, composto studente dell’Università di Pisa con alle spalle un anno passato a Colonia. Citava Rickert e Heidegger, parlava con competenza dei macchiaioli e dei futuristi, documentava le proprie idee, contestava le installazioni che l’artista romano aveva collocato nel Piasseo lericino assieme a Turcato, Rotella, che era arrivato a strappare i manifesti parrocchiali per comporre la sua opera e altri artisti della famosa galleria La Tartaruga fondata a Roma da Plinio De Martiis.

L’accanimento del confronto non smorzò l’interesse che Mauri provò per quel giovane lericino. Le discussioni continuarono nei giorni a venire quando Spagnol incontrò di nuovo sul molo Fabio assieme ai fratelli Luciano e Achille. Erano i tre nipoti di Valentino Bompiani, figli della sorella Maria Luisa che, dagli anni quaranta, aveva acquistato la Villa della Rupe Canina che sovrasta la cittadina rivierasca. Lerici l’aveva scoperta Silvana Mauri, la maggiore dei nipoti, accompagnando lì un amico che aveva ereditato un rustico alla Caletta. Rimase incantata e convinse lo zio Valentino a comprare la bella residenza e i suoi genitori ad affittare l’ultimo piano della attigua Villa Bardellini, visto che i giardini confinavano.

I fratelli Mauri parlarono con lo zio combinando un incontro.

Anche al cospetto del grande editore, oltre il giardino, Spagnol resse il confronto. Apprezzò ad esempio le opere pittoriche di Valentino Bompiani, che d’estate amava disegnare in giardino con diversi tipi di materiale, compresi i legni lavorati dal mare, individuandone spunti colti ora da Hieronymus Bosch, ora da Giuseppe Arcimboldo. Il ragazzo di Lerici fu dunque ammesso all’ampia corte di Bompiani annidata nella Villa della Rupe Canina, nella vicina Villa Bardellini e nelle antiche case del Poggio. Una tribù intelligente e bislacca, un clan di vacanzieri, circondato da amici, scrittori di passaggio, intellettuali erranti che conquistava la piazza lericina.

Ad Achille Mauri, figlio di Maria Luisa Bompiani, sorella di Valentino, brillano gli occhi di giovanili passioni rammentando l’immagine di un pomeriggio estivo: «A Villa Bardellini, nel campo di pallavolo – racconta – formammo due squadre composte da Valentino Bompiani, Gianni Letta, Mario Tobino, Umberto e Luciano Mauri, Ottiero Ottieri, Giorgio Positano e altri. Io e Mario Soldati, in quanto piccoli, io per età, lui per altezza, eravamo impegnati a prendere le palle basse che Spagnol, il più alto tra noi, schiacciava a terra».



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