Materiali per la vita. Le incredibili storie dei biomateriali che riparano il corpo by Devis Bellucci

Materiali per la vita. Le incredibili storie dei biomateriali che riparano il corpo by Devis Bellucci

autore:Devis Bellucci [Bellucci, Devis]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2021-12-20T23:00:00+00:00


7. «Per strada gli uomini mi guardavano tutti»

Silicone

L’idea gli venne così, come una folgorazione, maneggiando una sacca di sangue. Siamo all’inizio degli anni sessanta e fino a poco tempo prima, negli ospedali, il sangue veniva conservato nelle bottiglie di vetro; solo da poco era arrivata quella novità della sacca di plastica. «Una sensazione inequivocabile» avrebbe confidato ai colleghi il dottor Frank Gerow, chirurgo plastico del Jefferson Davis Hospital di Houston, in Texas. Il fatto è che a stringere quella sacca gli sembrava di palpare il seno di una donna. La cosa oggi si presterebbe a facili battute, soprattutto in ambienti che non siano un ospedale. A quei tempi, tuttavia, tra le grandi sfide della chirurgia plastica c’era lo sviluppo di protesi per il seno che fossero sicure, durevoli e soddisfacenti da un punto di vista estetico. La sacca piena di liquido sembrava proprio una buona idea da cui partire. Come mai nessuno ci aveva ancora pensato?

Doveva parlarne al più presto col dottor Cronin. Purtroppo, il problema era sempre quello, e da decenni: reperire i materiali giusti. Soffici e ben tollerati dal corpo. Biocompatibili, diremmo noi. Gerow immaginò di impiantare nella mammella un involucro di plastica morbida contenente un fluido di qualche tipo. Qualcosa, se possibile, più denso e viscoso dell’acqua, per conferire alla protesi una performance al tatto analoga a quella del seno naturale. E la plastica dell’involucro doveva essere molto resistente, oltre che morbida, per non rischiare di rompersi riversando il proprio contenuto nei tessuti del torace, con conseguenze a cui Gerow non voleva neanche pensare. «Probabilmente materiali così non sono stati ancora inventati» concluse senza farsi troppe illusioni.

Il dottor Thomas Cronin era primario di chirurgia plastica dell’ospedale St. Joseph di Houston e insegnava alla Baylor College of Medicine. Parliamo di un professionista già abbastanza noto per i suoi interventi di correzione del labbro leporino e della palatoschisi, una malformazione del palato. E dire che da giovane voleva studiare architettura: fu suo padre, anch’egli medico, a persuaderlo perché si dedicasse alla medicina. Gerow, più giovane di oltre vent’anni, aveva studiato sotto di lui al Baylor College ed era uno dei suoi pupilli.

A Cronin quell’intuizione della sacca piena di liquido piacque da subito. Mentre ci ragionavano sopra, gli tornò alla mente una certa azienda, che doveva chiamarsi Dow Corning Corporation: ne aveva sentito parlare poco tempo prima a una conferenza. Se ricordava bene, alla Dow Corning avevano sviluppato un nuovo materiale in cerca di possibili applicazioni cliniche. Si trattava del silicone. Forse poteva fare al caso loro. Quel prodotto sembrava biocompatibile e dunque potenzialmente impiantabile. In più, aveva un grande vantaggio: la versatilità. In azienda riuscivano infatti a sintetizzare silicone con diversi gradi di viscosità, da liquido a gel a solido, e in questo caso non c’erano problemi a sagomarlo nella maniera desiderata. In forma solida era elastico, simile a una normale gomma, ma molto più resistente al calore.

Cronin e Gerow contattarono Silas Braley, responsabile della divisione biomedicale della Dow Corning, per saperne di più. Gli chiesero se fosse possibile,



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.