Mi hanno regalato un sogno by Beatrice Vio

Mi hanno regalato un sogno by Beatrice Vio

autore:Beatrice Vio [Vio, Beatrice]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Foreign Language Fiction, Literature & Fiction, Italian, Foreign Languages, Contemporary Fiction
editore: Rizzoli
pubblicato: 2015-04-22T22:00:00+00:00


Di polipetti, di nomi, di arte e di sport

Camilla e Fefe – della grande e storica famiglia dei Giannini – venivano ogni giorno a farmi compagnia e insieme abbiamo fatto di tutto. Per prima cosa i compiti, perché le mamme sono sempre le mamme anche quando sei in vacanza e il dovere, chissà poi perché, deve sempre venire prima del piacere.

Ma dopo i compiti ci davamo al burraco, al disegno, a vari giochi in scatola, musica e soprattutto ai polipetti. Prendevamo i guanti che servivano per le mie medicazioni, li riempivamo di farina e li chiudevamo annodando il pollice attorno all’apertura. Il tocco finale era la faccina disegnata a pennarello. Poi verso sera andavamo in spiaggia e li vendevamo. Avevamo fatto un commercio incredibile, non c’era una persona a Bagnaia che non avesse almeno un polipetto, qualcuno ha anche cominciato a chiederceli personalizzati, con un certo vestitino o una certa faccina. Allora mi alzavo la mattina e li decoravo secondo le richieste, così accontentavo tutti da un giorno all’altro. Sono riuscita a vendere un polipetto anche al venditore per eccellenza: il tipo del “cocco bello”.

E con un prodotto che funzionava così bene, non potevamo non sbancare anche il mercatino della domenica.

Il mercato domenicale è un appuntamento fisso a Bagnaia, oltre a essere un altro modo per ritrovarsi nella piazzetta a passare il tempo. Ed è praticamente una tradizione che i bambini partecipino a modo loro con dei mini-banchetti su cui vendono un po’ di tutto: conchiglie, giornalini, piccoli giocattoli usati, sassi decorati, lavoretti di ogni genere ma sempre molto ingegnosi, perché se vuoi mettere insieme qualche soldino per gelati, crêpes, pizze e bibite, non puoi pensare di proporre per due estati di fila gli stessi oggetti. Inutile dire che, quando eravamo piccoli, io e i miei amici eravamo una presenza fissa al mercatino. Un paio d’anni prima di star male, per esempio, mi ero inventata un ciondolo con gli scarti di lavorazione delle murrine che fa il cugino di mio papà.

Una sera d’estate a Mogliano, durante una grigliata, avevo preso questi cerchietti di vetro colorati, avevo sciolto della cera in un tappo a corona di qualche bottiglia rimasto sul tavolo e ci avevo incollato le murrine. Il risultato era bellissimo, ma andava perfezionato. Ho sostituito la cera con la colla a caldo, ho attaccato un gancetto ai tappi e li ho trasformati in splendidi ciondoli. Un successo quasi equiparabile a quello dei polipetti.

I polipetti, però, hanno un valore particolare per me perché sono stati il mio primo contributo “artistico” all’associazione, che in quell’estate bagnaiese stava prendendo sempre più forma. Dalla prima vaga idea nata al Centro protesi, papà e mamma avevano cominciato a sviluppare il progetto più concreto di una ONLUS che avrebbe fornito, come vi ho già raccontato, le attrezzature sportive a ragazzi amputati.

Gradualmente si stavano definendo tutti i dettagli e si raccoglievano le informazioni necessarie ad avviare il progetto. L’idea del nome è venuta un giorno alla mamma in quei cinque minuti di strada da casa alla spiaggia



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