Mia by Ivan Zaytsev Marco Pastonesi

Mia by Ivan Zaytsev Marco Pastonesi

autore:Ivan Zaytsev, Marco Pastonesi [Zaytsev, Ivan & Pastonesi, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, Sports
ISBN: 9788858689356
Google: BvO0DgAAQBAJ
editore: Rizzoli
pubblicato: 2016-05-14T22:00:00+00:00


Il 2012 è l’anno dell’Olimpiade di Londra. Olimpiade è una parola magica e antica, fatta di storie magiche e antiche: Milone, un lottatore di Crotone, che per allenare la forza porta un vitello sulle spalle, e Astilo, un velocista di Crotone, che poi gareggia per Siracusa e può essere forse considerato il primo oriundo della storia, e Leonida di Rodi, che nelle competizioni di corsa vince sempre, anche in quelle in cui si gareggia trasportando le armi, ed Eurimene di Samo, invincibile nel pugilato, che deve il successo alla dieta suggeritagli da Pitagora, carni bianche e rosse invece di fichi e formaggi.

Olimpiade è mio padre, un oro e due argenti olimpici, è confronto e paragone, è lui che dice che non lo raggiungerò mai, e che se la ride sotto i baffi.

Olimpiade è la storia dello sport, la forza dello sport, l’unica possibilità per interrompere le guerre e restituire umanità al mondo, per trasformare le guerre militari insanguinate in guerre sportive pacifiche, per aprire una tregua e riempirla di personaggi e avventure, di emozioni e incontri.

Olimpiade è la pallavolo che esordisce solo nel 1964, ai Giochi di Tokyo, l’Unione Sovietica che vince fra gli uomini e il Giappone fra le donne, e il beach volley che viene ammesso nel 1992 come disciplina dimostrativa e nel 1996 per le medaglie.

Olimpiade è per l’Italia maschile un bronzo nel 1984, un argento nel 1996, un bronzo nel 2000, un argento nel 2004.

Unione Sovietica e Giappone, dal 1964 al 1980, dominano la scena olimpica maschile e femminile: si aggiudicano nove dei dieci titoli in palio, l’unica eccezione è rappresentata dalla Polonia, che nella finale maschile di Montreal 1976 sconfigge l’URSS al tie break. In quell’URSS gioca mio padre, e in quella Polonia il papà di Michal Lasko. L’allenatore di quella Polonia, Hubert Jerzy Wagner, è celebre per la sua ferocia: impone allenamenti al limite della resistenza umana, e non a caso è soprannominato “Kat”, boia.

Poi sono le donne di Cuba a imporre uno storico monopolio: vincono a Barcellona 1992, Atlanta 1996 e Sydney 2000 e diventano la prima formazione, tra tutti gli sport di squadra femminili, ad aggiudicarsi tre medaglie d’oro consecutive.

La pallavolo olimpica ha le sue storie. Come la storia della Nazionale statunitense ai Giochi di Barcellona nel 1992: incontro di apertura fra USA e Giappone, al centrale Bob Samuelson viene dato un giallo, ma siccome è il secondo, dovrebbe essere espulso e al Giappone assegnato un punto, invece il gioco continua, gli USA vincono, il Giappone protesta, la protesta è accolta, e Samuelson, per lo stress, è vittima di un caso di alopecia universalis, perde tutti i capelli, rimane calvo. Per solidarietà, i suoi undici compagni si rasano a zero e vincono le cinque successive partite, finché perdono in semifinale.

O come la storia della giapponese Masae Kasai, capitana della Nazionale: vinto l’oro a Tokyo nel 1964, è invitata nella residenza ufficiale del primo ministro, Eisaku Satō, che le chiede che cosa desidererebbe adesso dopo questo successo, lei risponde che vorrebbe sposarsi, ma



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