Mio padre Enzo by Leo Turrini Piero Ferrari

Mio padre Enzo by Leo Turrini Piero Ferrari

autore:Leo Turrini, Piero Ferrari [Ferrari, Leo Turrini, Piero]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Wingsbert House di Francesco Aliberti
pubblicato: 2014-11-15T16:00:00+00:00


VI

L’enigma Lauda

Con Montezemolo, alla Ferrari arriva anche Niki Lauda.

Siamo alla fine del 1973. Venivamo da una stagione disastrosa. Mio padre era molto scocciato. Decise di ripartire da un vecchio amico.

Clay Regazzoni.

Lui. Il ticinese aveva già guidato per noi, nel 1970 si era anche aggiudicato il Gran Premio d’Italia. A papà, lo svizzero piaceva. Per le solite due ragioni.

Le donne e i motori?

Sì, Regazzoni notoriamente sommava all’amore per la velocità la passione per il gentil sesso. Così, papà gli chiese di venire a Maranello in incognito.

Perché in incognito?

Perché nel 1973 avevamo ancora sotto contratto un belga, Jackie Ickx. Un driver di qualità, molto competitivo soprattutto sul bagnato. Ma Ickx, davanti ai risultati modestissimi ottenuti in pista da una macchina che non funzionava, aveva cominciato ad attaccarsi al telex.

Per lamentarsi?

Per mandare certificati medici. Noi lo aspettavamo per i collaudi sulla pista di Fiorano e lui ci faceva sapere di essere a letto ammalato.

Un ammutinamento.

Comunque mio padre non ci pensò troppo. Telefonò a Clay e gli chiese se se la sentiva di venire a provare la Ferrari. Clay era ancora impegnato con la Brm, un team britannico. Ci disse: io vengo, ma procuratemi un casco anonimo, insomma qualcosa da mettere sulla testa che mi renda irriconoscibile agli osservatori.

Roba da 007.

Allora la Formula 1 era ancora così, era qualcosa di romantico, potevano accadere le cose più impensate. Lei se lo immagina oggi Alonso che viene di nascosto a provare la Ferrari a Fiorano, celandosi sotto il casco di Massa o di Raikkonen?

Impossibile, nel giro di un minuto tutti saprebbero tutto.

Invece nel 1973 ci si riusciva ancora. Era un divertimento. Infatti Regazzoni viene, sostituisce Ickx per un pomeriggio e poi ne prende il posto dal 1974 in poi, accordandosi subito con papà.

Lo svizzero, dalla Brm, si porta dietro un certo Lauda.

Niki e Clay erano compagni di squadra. Finito il test segreto, Regazzoni parla con mio padre e si sente chiedere informazioni sul conto dell’austriaco.

Ferrari lo aveva già notato?

Era accaduto in occasione del Gran Premio di Montecarlo. Lo sviluppo della televisione aveva fatto un gran favore a papà: le dirette delle corse gli permettevano di seguire con occhio attento i piloti e i loro comportamenti. A Montecarlo, con la Brm, questo Lauda aveva guidato bene. E il suo nome era finito sul taccuino di famiglia.

Regazzoni come rispose alla domanda di suo padre?

Fu molto onesto. Disse che si trattava di una intuizione giusta. Aggiunse che Niki aveva un carattere positivo e che non era difficile lavorare assieme a lui.

Con il senno di poi, il ticinese si diede la zappa sui piedi.

Be’, Clay non ha mai perdonato a Lauda, in fondo all’anima, di essersi rivelato più bravo di lui. Ho detto più bravo, non più veloce…

Cosa fece la differenza?

L’austriaco aveva un approccio estremamente professionale alle corse, al mestiere di pilota. Lo svizzero veniva da un’altra generazione. Prenda la faccenda dei motori rotti…

L’ho presa.

Nei tre anni che hanno trascorso assieme in Ferrari, dal 1974 al 1976, Regazzoni spesso si è lamentato per una disparità di trattamento, per una presunta



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