Mistero nel West End. Un giallo londinese by John Dickson Carr

Mistero nel West End. Un giallo londinese by John Dickson Carr

autore:John Dickson Carr [Carr, John Dickson]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Vallardi
pubblicato: 2022-11-13T23:00:00+00:00


XI

Una luce sulle scale

Gli eventi ulteriori di quel mattino e del primo pomeriggio non fecero registrare nulla di rilevante. Riguardando i miei appunti, vedo che non venne alla luce niente che potesse avere un impatto concreto sulle indagini. All’una e trenta si svolse un’inchiesta sulla morte dell’autista, ma come spesso accade fu piuttosto inutile e stabilì unicamente che Richard Smail era stato ucciso da una o più persone sconosciute. L’unica novità fu il modo ammirevole in cui la stampa collaborò con Talbot. Si riuscì a evitare qualsiasi sensazionalismo, a favore di semplici resoconti dei fatti: la scomparsa di Nezam El Moulk e la morte del suo autista. Gli avvenimenti successivi non vennero citati. Su suggerimento di Talbot, alla vicenda non venne nemmeno dato spazio sulle prime pagine. Mi ritrovai a pensare che una cosa del genere avrebbe spezzato il cuore di qualsiasi direttore di giornale americano: questa era la potenza di Scotland Yard.

Dopo l’inchiesta, Talbot fu convocato a un incontro con il soprintendente Mason al quale partecipò anche Bencolin. Sapevo che l’ispettore per il momento desiderava lavorare autonomamente, senza coinvolgere gli specialisti di Scotland Yard ma affiancato da Bencolin, seppure in via informale. Il famoso detective parigino era noto nel grigio edificio antistante il molo di Westminster quanto lo era in Quai des Orfèvres, perciò Talbot non si aspettava grandi difficoltà.

Convinto della sua teoria della strada scomparsa, aveva già riferito sulla questione all’Ufficio Mappe gestito dalla Cancelleria reale, al British Museum e alla biblioteca del Parlamento. Londra sarebbe stata senza dubbio passata al setaccio. Fece anche una chiacchierata con il dottor Pilgrim, che pur dichiarandosi dubbioso offrì comunque il proprio aiuto. Alle tre del pomeriggio Talbot e Bencolin si avviarono a Scotland Yard, seguiti poco dopo da Sir John. Io e Pilgrim restammo a chiacchierare seduti a uno dei tavolinetti rossi del bar. Era una stanza accogliente, con poltrone rosse basse e morbide, luci soffuse e tende tirate a nascondere la nebbia che si addensava fuori. Avevamo una pipa e una bottiglia di birra: al Brimstone non esistevano orari di chiusura. Dato che Talbot aveva riferito diversi dettagli a Pilgrim, anch’io mi sentivo libero di parlare, nei limiti della discrezione. Lui mi ascoltava pensoso, con il suo faccione butterato e lo sguardo basso sulla pipa. Alla fine scosse la testa.

«Ovviamente non sono un detective», commentò, «ma sono convinto che uno storico che ricostruisce eventi passati debba avere doti investigative piuttosto sviluppate. Anche noi andiamo a caccia di prove rovistando in centinaia di biblioteche sulla base degli indizi più vaghi; cerchiamo di mettere insieme frammenti e di valutare testimonianze per risolvere enigmi dimenticati o rintracciare un assassino morto da cinquecento anni. Indagare i delitti di Jack lo Squartatore, le garantisco, non richiede neanche la metà della bravura necessaria per studiare quelli dei Borgia.» La fronte aggrottata mostrava rughe profonde e la bocca era stretta. Scosse di nuovo la testa. «Mi sento di dire che non condivido la teoria dell’ispettore Talbot… Ruination Street. Mmh! Ruination Street. Non credo che sarò in grado di trovarla sulle mie mappe…»

Alzò lo sguardo.



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