Miti Giapponesi Kami, Imperatori e Samurai (Italian Edition) by Fois Mila

Miti Giapponesi Kami, Imperatori e Samurai (Italian Edition) by Fois Mila

autore:Fois, Mila [Fois, Mila]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Nintoku e la moglie gelosa

Il sedicesimo sovrano del Giappone fu Oh-sazaki (Grande Passero), conosciuto in seguito come Nintoku. Si trattava del quarto figlio di Ojin ed era considerato un uomo generoso e compassionevole. Un giorno, salendo sulla cima di una montagna, osservò il suo grande paese, notando con afflizione di non vedere fumo bianco uscire dai comignoli delle case. “Il mio popolo è il tesoro più grande che ho! – esclamò – A quanto sembra, è talmente povero da non potersi permettere di accendere un fuoco per riscaldarsi o cucinare! Non posso accettare che rimanga in queste condizioni, perciò eliminerò le tasse fino a che non si sarà ripreso”. Tenne fede a questo progetto e per tre anni il popolo non versò nulla nelle casse imperiali, riuscendo a rimettersi in sesto. Nel frattempo, il palazzo reale era caduto in uno stato di totale decadimento: la pioggia filtrava dal tetto e i pavimenti erano pieni di rivoli e pozzanghere. L’Imperatore però non volle chiedere al popolo di spendere risorse per ripararlo e attese pazientemente. Infine, salì nuovamente sulla montagna e vide numerose colonne di fumo bianco dipartire dalle case della sua gente e si rincuorò, notando che il benessere era tornato nel paese. Solo allora riapplicò le tasse e fece riparare il palazzo imperiale.

Nintoku aveva una moglie davvero gelosa, che non sopportava neppure la vista delle concubine. Le fanciulle che attiravano l’interesse dell’Imperatore fuggivano pur di non incorrere nelle ire della sua possessiva consorte. Nintoku dovette approfittare del fatto che sua moglie partisse, con l’obbiettivo di fare scorta di foglie di quercia, per sposare la fanciulla che desiderava. Quando però l’Imperatrice tornò dal suo viaggio, qualcuno le disse che, nel frattempo, suo marito aveva sposato una concubina, e lei si arrabbiò al punto da rovesciare in mare tutto il carico di foglie che aveva pazientemente raccolto e, non soddisfatta, decise di non tornare a palazzo e preferì rifugiarsi presso un nobile coreano chiamato Nurinomi. L’Imperatore si rattristò e volle recuperare l’amore della sua consorte, quindi mandò un araldo nel cortile della casa dove la donna si era rintanata, ordinandogli di declamare senza sosta le poesie che aveva scritto in suo onore. Mentre l’uomo recitava i poemi, scese dal cielo una pioggia incessante, ma non fu in grado di fermarlo. Il messaggero rimase inginocchiato al centro del cortile, con l’acqua che gli arrivava alle cosce e che lo bagnava da capo a piedi, recitando le poesie scritte dal suo signore. La sua perseveranza mosse a pietà Nurinomi e i suoi familiari, seppur l’Imperatrice non volesse nemmeno starlo ad ascoltare. Il padrone di casa decise allora di fare qualcosa per risolvere la situazione e mandò a dire all’Imperatore che sua moglie non si era recata presso la sua dimora perché non lo amava più, ma per vedere i curiosi animali che Nurinomi stesso allevava. Essi infatti nascevano strisciando come rettili, ma poi, crescendo, divenivano uova, e infine ottenevano le ali e se ne volavano via come gli uccelli. Nintoku fu davvero incuriosito da



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