Morte_di_un_presidente by Paolo Cucchiarelli

Morte_di_un_presidente by Paolo Cucchiarelli

autore:Paolo Cucchiarelli [Cucchiarelli, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Ponte alle Grazie
pubblicato: 2016-05-28T22:00:00+00:00


Le chiavi e la 127 targata Varese

Il riferimento a Manziana costituiva un enigma investigativo. Nel volume 111 della prima Commissione Moro, è presente il rapporto di Nervalli inviato il 30 ottobre 1978 dal suo capo, Ansoino Andreassi, alla Procura di Roma. Le chiavi con la targhetta Manziana erano due, di marca Iseo, destinate rispettivamente alla porta di un appartamento e a un cancello. Nervalli indagò nella zona di Manziana: «Ho notato che nel complesso residenziale ‘parco Praecilia’ vi erano delle chiavi della marca in argomento quasi simili nella ‘dentatura’». E qui emerge la prima stranezza: «Poiché il nome giacente in portineria e quello della persona che, alle informazioni avute, aveva il possesso dell’immobile sono discordanti, sono state approfondite le indagini ed è emerso che il reale possessore aveva in uso una 127 targata Varese». Il veicolo citato era dello stesso modello, dello stesso colore ed era stato immatricolato nella stessa provincia della macchina con cui usava spostarsi Moretti a Roma durante il rapimento.

Evidentemente, per puntare su un nome, Nervalli doveva essere in possesso di un’indicazione più precisa accanto alla scritta Manziana. Si fecero accertamenti che permisero di «escludere questa persona da qualsiasi legame con i terroristi; si trattava di una banale questione di (parola incomprensibile) dell’immobile da parte di un parente per una serie di mancati pagamenti dei mutui. La macchina era targata Varese perché di proprietà del precedente intestatario dell’immobile originario del Varesotto. Molto discretamente le chiavi sono state provate nella toppa del cancello d’ingresso della nota G.B. ma non si riferivano a questa serratura. Ulteriori informazioni assunte non hanno permesso di individuare una villa o altra abitazione con una serratura del tipo in argomento». Nervalli restituì infine, insieme alle chiavi «Manziana», anche quelle del Museo su cui, evidentemente, nessuno aveva indagato malgrado si trattasse di una presenza piuttosto stravagante in un covo delle BR. La stessa chiave che mi ha aiutato ad arrivare a Palo Laziale e alla Posta Vecchia.

Con la scoperta della base di via Gradoli, il 18 aprile 1978, si era avuta la certezza che Moretti usava una 127 bianca targata Varese, «forse 25 o 12», come disse a verbale l’amministratore di quel condominio. E neanche il «parco Praecilia» era sconosciuto agli investigatori. Infatti, il 12 maggio dello stesso anno era stata perquisita la casa di G.M. all’interno del parco in questione. Ma l’aspetto più controverso della faccenda è il seguente: se Nervalli sostiene di non aver individuato la villa nel 1978 perché nel 1999, intervistato da me, afferma che Manziana era un nome che non doveva entrare nel processo?

Ansoino Andreassi viene interrogato a questo proposito, durante il primo processo Moro, dall’avvocato Giuseppe Zupo, coautore di Operazione Moro, un libro (che abbiamo già citato) in cui la vicenda delle chiavi è parzialmente ricostruita. Zupo, che rappresenta i familiari dei caduti in via Fani, chiede ad Andreassi di rivelare chi fosse «l’insospettabile» nella cui villa era stata avvista la 127 bianca targata Varese. Risposta: «Con grande disillusione constatammo che la villa era di un mio amico di



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