Mussolini ha fatto anche cose buone by Francesco Filippi

Mussolini ha fatto anche cose buone by Francesco Filippi

autore:Francesco Filippi
La lingua: ita
Format: azw3, epub, mobi
ISBN: 9788826053455
editore: Bollati Boringhieri/
pubblicato: 2017-08-25T00:00:00+00:00


Gli italiani più ricchi di sempre?

Per l’economia italiana quello fascista fu un periodo difficile sia per colpa della congiuntura internazionale sia per i problemi strutturali secolari del sistema-paese, ma praticamente tutte le iniziative prese durante il ventennio contribuirono a peggiorare la situazione. Sotto il fascismo aumentò soprattutto la disuguaglianza sociale: la forbice tra la fetta più ricca della società e quella più povera si divaricò, e a una ristretta platea di superricchi, per lo più aderenti al fascismo, fece da contraltare la gran massa della popolazione che per cercare opportunità di vita migliori aveva come unica alternativa l’emigrazione. Un fallimento per un regime che si professava attento ai temi della giustizia e dell’uguaglianza e che aveva fatto del benessere del corpo della nazione un vero e proprio culto propagandistico. La grande maggioranza degli italiani era povera se confrontata all’oggi, e non stava meglio rispetto al periodo liberale. Il potere d’acquisto diminuì a causa delle politiche monetarie, la disponibilità di beni di consumo si contrasse e diventò più cara per colpa delle politiche isolazionistiche e l’ostilità delle potenze capitalistiche. Il calo della disponibilità di beni fu generalizzato e diffuso anche a cibi e bevande: gli storici dell’economia Maria Sorrentino e Giovanni Vecchi, nell’inquadrare la parabola della lotta alla fame e alla cattiva nutrizione in Italia negli ultimi due secoli, arrivano ad affermare che «le politiche autarchiche e di cambio attuate dal regime fascista sono chiaramente correlate a una riduzione delle calorie in media disponibili agli italiani, il che si traduce in un aumento della quota di popolazione nutrita in modo inadeguato».31

Nel confronto tra l’Italia di ieri e quella di oggi poi, che ogni tanto viene sbandierato nelle discussioni in difesa del ventennio, il paragone è impietoso: oggi il reddito medio italiano è circa il 90% di un paese europeo avanzato come la Francia; negli anni trenta il reddito medio di un italiano era il 33% di quello francese e meno del 20% di quello inglese. E tutto questo senza contare che in questi due paesi, oltre al caffè e al tabacco di importazione sugli scaffali, c’erano anche le libertà civili, il diritto di voto, di sciopero e di manifestazione. Beni che, benché non facilmente monetizzabili, dovrebbero comunque essere messi nel conto quando si affrontano temi come il benessere di un popolo o si facciano paragoni alla “si stava meglio quando…”.



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