My Way. Berlusconi si racconta a Friedman by Alan Friedman

My Way. Berlusconi si racconta a Friedman by Alan Friedman

autore:Alan Friedman [Friedman, Alan]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia e Biografie; Biografie Diari e Memorie
ISBN: 9788858682432
editore: Rizzoli
pubblicato: 2015-10-08T22:00:00+00:00


Per Berlusconi, tuttavia, la vera sfida non è se finirà o meno nei libri di storia. È piuttosto in che modo la storia lo giudicherà come uomo.

8

Ah, le donne!

«Cantavo sulle navi, facevo il presentatore, accompagnavo i passeggeri come guida turistica e avevo un piccolo flirt con la figlia dell’armatore, che era venuta a trovarmi a Milano. Quando dovette tornare a Roma, la accompagnai alla Stazione Centrale, la misi sulla carrozza e aspettai che il treno lasciasse la banchina. Non appena mi voltai, vidi davanti a me la silhouette molto graziosa di una ragazza che a sua volta salutava un amico. Anche lei era rimasta sola, proprio come era successo a me. Pensai: “Be’, siamo rimasti soli in due, magari possiamo farci un po’ di compagnia”.»

È il tardo pomeriggio di una piovosa giornata invernale, e il gelo di dicembre sembra avanzare dai boschi che circondano Villa San Martino. Cala rapidamente il buio. Fuori l’aria è fredda e umida, e ghirlande di lampadine ornano la facciata settecentesca della villa. Berlusconi siede davanti al caminetto del suo salotto. Sulla mensola una foto in bianco e nero lo ritrae insieme alla figlia Marina. Sotto c’è un presepe di legno, con il bambino Gesù nella paglia della mangiatoia e naturalmente Maria, Giuseppe, i pastori e le pecore. Attorno alla mangiatoia, oltre al bue e all’asinello, ci sono minuscoli angeli, e i re magi che si avvicinano sui loro cammelli. È in quest’atmosfera raccolta, familiare che Berlusconi decide di parlare di quell’incontro, della donna che per prima entrò nella sua vita.

«Allora decisi di andare a prendere i giornali all’edicola della stazione, poi scesi le scale per uscire e la vidi ancora che camminava davanti a me. Ammirai di nuovo la sua figura. Salii in macchina, passai davanti a una fermata della filovia e la rividi lì, con la sua silhouette che sembrava dirmi: “Prendimi, prendimi!”. Mi dissi: “Siccome la linea va verso casa mia, la seguo, e la vedrò scendere…”. Morale: mi misi dietro la filovia, ma lei non scendeva mai. Così mi trovai a seguirla fino all’altro capo della città. Quando finalmente scese, mi precipitai avanti con la macchina, parcheggiai di corsa, saltai fuori, le andai incontro e quando fui davanti a lei esclamai: “Ma è incredibile! Scusi, lei mezz’ora fa non era alla Stazione Centrale e stava salutando qualcuno?”. Lei mi guardò stupita, poi ammise: “Sì, è vero…”. Continuai: “Che combinazione! Incontrarsi due volte in due posti diversi nella stessa mattina. Forse è un segno del destino. Forse dovremmo conoscerci meglio. Perché non mi dà il suo numero di telefono?”. Lei replicò: “No, non la conosco”. Continuai per dieci minuti e alla fine ebbi il numero di telefono, ma lei mi avvertì: “Non si faccia illusioni”. Da lì nacque la storia che mi portò ad avere due figli da questa signora, conosciuta in questo modo così particolare.»

Berlusconi sottolinea con un gran sorriso il successo del suo intrepido inseguimento. Era il 1960, aveva ventiquattro anni. Lei ne aveva quattro di meno, era di origini modeste, era emigrata un anno prima dall’Emilia-Romagna con i fratelli.



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