Napoleone (Italian Edition) by Paul Johnson

Napoleone (Italian Edition) by Paul Johnson

autore:Paul Johnson [Johnson, Paul]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2014-05-08T07:00:00+00:00


5. I cimiteri d’Europa

La rovina di Bonaparte affonda le sue radici nel rifiuto degli inglesi di accettare le sue conquiste e legittimarle con un trattato di pace definitivo. Dopo Trafalgar erano sicuri che avrebbero avuto la meglio, e che in un modo o nell’altro – anche se non sapevano esattamente come – sarebbero riusciti a metterlo in scacco. La rivoluzione industriale, basata sul vapore e sul cotone, stava avanzando a grandi passi, l’oro entrava nelle casse dello Stato, e gli inglesi potevano permettersi di mantenere una marina di enormi proporzioni e sovvenzionare ogni altra forma di potere che volesse opporsi al tiranno. Intanto, la Royal Navy teneva le sue navi in agguato fuori dai maggiori porti dell’impero ventiquattr’ore al giorno, per 365 giorni all’anno, facendo marcire le navi francesi che si trovavano all’interno, e poiché impedivano anche arrivi e partenze di merci, avevano il controllo del contrabbando.

L’embargo produsse un effetto sproporzionato rispetto alla sua effettiva portata economica, sebbene fosse piuttosto considerevole. Bonaparte lo riteneva scorretto, perfino moralmente inaccettabile. Anche se non era abituato a discutere le questioni di guerra in termini di etica, ritenne inammissibile l’utilizzo dell’arma dell’embargo. Com’è noto non comprendeva a fondo la guerra in mare, e sottovalutava lo sforzo fisico e finanziario necessario a mantenere un blocco totale per lunghi tratti di costa; pensava quindi che gli inglesi stessero risparmiando risorse nell’utilizzo di quest’arma illecita. In seguito disse con rabbia: «Con due pezzi di legno, si sequestra un’intera linea di costa e si mette un paese nella stessa situazione di un corpo coperto d’olio, privato della naturale traspirazione».

Il risultato fu una di quelle occasioni in cui Bonaparte permetteva alla rabbia di governare la ragione nel determinare la strategia generale della guerra. L’idea di rispondere ai colpi della marina inglese e paralizzarne il commercio per mezzo di un embargo era stata già discussa sotto il Direttorio e il Consolato, ma fu solo alla fine del 1806 che Bonaparte, esaltato dai trionfi sensazionali ottenuti su Austria, Russia e Prussia nel 1805-06, si decise ad agire. Il 21 novembre 1806 emanò a Berlino una serie di decreti che miravano a escludere merci e servizi inglesi da ogni luogo su cui l’esercito francese avesse il controllo o il potere. Formalizzati come primo e secondo Decreto di Milano (novembre e dicembre 1807), divennero noti come Blocco Continentale.

Spesso Bonaparte approvava leggi o emanava proclami che si rivelavano poi inefficaci, e di essi non si sapeva più niente. Ma nel caso del Blocco Continentale, che aveva preso insolitamente sul serio, spese moltissimo tempo ed energie per cercare di farlo funzionare, invano. Il sistema era controproducente. Causò un aumento dei traffici illeciti di cui beneficiarono gli inglesi, i quali sapevano bene che senza un controllo marittimo rigidissimo non si poteva ostacolare il contrabbando, e l’unica potenza marittima in grado di detenere quel controllo, mantenendo sempre alta la guardia presso le coste, era dalla parte dei contrabbandieri. Inoltre, gli sforzi sulla terraferma della polizia e dell’esercito di Bonaparte per sorvegliare il traffico comportavano un grande dispendio di uomini ed erano molto impopolari.



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