Nordic Royal Series by Karina Halle

autore:Karina Halle [Karina Halle]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2021-02-14T23:00:00+00:00

Capitolo 19. Aksel

Aprile

«Penso che sto per vomitare».

Allungo lo sguardo verso Aurora, che si sorregge alla battagliola, piegata in avanti, con un colorito verdognolo.

«Tenga duro», le dico. «Se continua ad abbassarsi in quel modo non farà che peggiorare le cose. Venga sul ponte con me».

«Ma lassù è freddo e umido», risponde. «E qui sotto è caldo e asciutto».

Uno schiaffo d’acqua in viso le conclude la frase, mentre lo scafo fende una cresta spumosa.

È la prima uscita in barca dell’anno, quindi siamo a fine aprile, e le acque dello stretto di Øresund sono agitate dai venti e dal perenne traffico di golette, traghetti e navi da crociera che incrociano senza sosta nella baia.

Ci stiamo dirigendo fuori città e verso il mar Baltico, dove getteremo l’ancora per la notte.

La barca a vela è la stessa che uso per le regate: un diciotto metri costruito nei cantieri locali e riconoscibile dalla maggior parte dei danesi, e quindi tutti mi danno acqua mentre bordeggio da una parte all’altra dello stretto. Ovviamente, a breve distanza ci segue un motoscafo con le mie guardie reali, e a bordo con noi c’è anche il mio autista, Johan, per ogni evenienza.

In realtà, Johan adora andare a vela; quindi non gli dispiace prendere in mano il timone di tanto in tanto. In questo momento è sotto coperta con Clara e Freja, che giocano con i loro iPad. Anche loro sono abituate ad andare in barca.

Ma è la prima volta che Aurora mette piede su una barca a vela, e non mi sembra che stia andando molto bene. All’inizio, quando l’ho invitata a venire ero un po’ diffidente, ma le bambine hanno insistito perché si unisse a noi.

Sono contento che ci sia, anche se significa che per le prossime ventiquattro ore non avremo nemmeno un attimo per stare da soli.

Abbiamo preso l’abitudine di trascorrere almeno metà di ogni notte insieme, nel letto di uno dei due, anche se ciò comporta una vergognosa ritirata alle quattro del mattino per tornare nelle rispettive camere.

Vorrei tanto che non fosse così. A lei non sembra pesare il fatto di sgattaiolare furtiva per il corridoio, ma a me dà molto fastidio. Non mi va di essere costretto a nasconderla. Sono fiero di lei. Voglio che il mondo intero riconosca ciò che ritrovo in lei, ciò che anche tutti gli altri vedono in Aurora. È affascinante e genuina, molto intelligente, senza filtri e compassionevole, una fanatica della lettura e una dea, ed è tutta mia. È una ragazza divertente, con dei grandi occhi e un cuore enorme, e ogni singola mattina mi sveglio chiedendomi cosa possa fare per renderla continuamente felice.

E pensare che in questo momento non ci sto riuscendo.

«Venga qui», ripeto, tendendole una mano.

«Rischio di sbrattarle addosso», ribatte.

«Non so cosa significhi “sbrattare”, e di conseguenza non mi importa. Ora venga qui. Questo è un ordine del suo re».

Questo riesce a farla sorridere debolmente. Mi accontento.

«Si ricordi che mi ha detto che non avrebbe mai abusato del suo potere». Lascia la presa sulla battagliola e barcolla verso di me, aggrappandosi alle scotte e ai winch fino a raggiungermi alla ruota del timone.

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