NUOVE STORIE MONDIALI by Federico Buffa & Carlo Pizzigoni

NUOVE STORIE MONDIALI by Federico Buffa & Carlo Pizzigoni

autore:Federico Buffa & Carlo Pizzigoni [Buffa, Federico]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788893426664
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2018-05-21T16:00:00+00:00


Noi scendiamo in campo con la solita squadra.

Stando a Brera, Valcareggi ci ha provato a cambiare qualcosa, ha chiamato i senatori e ha detto: «E se mettessimo Rivera dall’inizio?» La risposta è stata un plebiscito: no.

Rivedendola oggi, ci si rende conto che è una partita che si sarebbe dovuto giocare a zona: contro quelli lì è impossibile marcare a uomo. Ma nel calcio italiano di allora non è prevista la zona, quindi Facchetti segue Jairzinho ovunque vada, spesso in mezzo come nell’azione del quarto gol, Rosato piglia Tostão e così via… C’è solo un problema: questi vanno dappertutto, non si sa mai dove siano. Se tu li segui continuamente loro non fanno altro che portarti dove hanno deciso per poi far inserire qualcuno.

È questa la scelta tecnica di Zagallo: nel primo tempo si intuisce soltanto, nel secondo tempo invece tracima.

Noi però non giochiamo male; Riva li mette anche in difficoltà, e Félix è costretto a togliere una palla da sotto la traversa. Finché, su un’azione da sinistra, la sfera arriva in mezzo alla nostra area. Ancora una volta, è inutile che vi racconti io come è andata, chiediamo alla vittima, perché il carnefice è sempre lo stesso: Edson Arantes do Nascimento. Dice Burgnich: «Io pensavo fosse un essere umano. Salto, salto, salto, istintivamente alzo il braccio. Quando poi la forza di gravità mi richiama per forza a terra, lui è ancora lassù».

La incorna, angolo basso. Gol. Pelé. 1-0.

I nostri avversari quando fanno partire l’azione non si limitano a iniziarla: sono dieci felini di razza, che camminano annoiati, si divertono, amoreggiano con il pallone, poi arrivano negli ultimi venti metri, cambiano passo e vanno direttamente in porta, sfruttando lo spazio creato dai movimenti di qualche compagno che tu non riesci nemmeno a capire dove sia. Venti minuti dopo il vantaggio verdeoro, Clodoaldo gioca la palla di tacco indietro, senza un reale motivo: lo fa perché è brasiliano.

Il «Bonimba» capisce tutto, gliela ruba, sull’uscita di Félix la palla in qualche modo resta lì, veronica da Cordobés di Riva, e Boninsegna insacca: 1-1.

I brasiliani riportano la palla a metà campo con il solito sessanta di battito, ma tu li guardi e lo sai che segneranno ancora.

Noi però abbiamo la miglior difesa del Mondiale. E, tutto sommato, il primo tempo è sotto il nostro controllo: lo so, vista oggi fa ridere, ma non è che soffriamo così tanto.

All’ultimo minuto Pelé starebbe per segnare il 2-1, ma a salvarci arriva il fischio finale del primo tempo: Pelé neanche si arrabbia, va negli spogliatoi.

Nel secondo tempo, Zagallo ha detto chiaramente ai suoi giocatori che cosa devono fare: «Portiamoli su un lato, tanto quelli ci seguono, e inseriamo qualcuno dal lato opposto, quello dove non c’è la palla. Mi raccomando, però, passiamo da Pelé, che lui vede e provvede».

Ora i brasiliani cominciano a cambiare passo: sono proprio di un altro pianeta.

Resistiamo fino al sessantaseiesimo. Fino al tiro dal limite dell’area di Gérson: libera il sinistro, 2-1.

La nostra partita finisce qui: non abbiamo la forza per riattaccarli, non ce l’abbiamo proprio.



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