Occhi senza vita (Il Giallo Mondadori) by Ruth Rendell

Occhi senza vita (Il Giallo Mondadori) by Ruth Rendell

autore:Ruth Rendell [Rendell, Ruth]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-12-06T12:00:00+00:00


22

Il giovanotto dalla voce orribile era di nuovo lì, seduto sotto la pensilina della fermata dell’autobus. Nonostante fosse stato invitato a non farsi più vedere sia da lei sia da Noele. Julia l’osservò dalla finestra. Voleva essere sicura che fosse proprio quello giusto. Quello sbagliato, cioè, perché tutto in lui era sbagliato, la sua voce, il suo aspetto, il suo modo di fare, la sua insolenza. Ma era lo stesso che aveva telefonato a Francine ed era andato nel negozio di Noele?

Se possedeva un’auto, perché stava lì, alla fermata dell’autobus? Non era difficile da capire, non aspettava l’autobus, aspettava Francine. Doveva avere lasciato la sua macchina da qualche parte. Julia si mise il soprabito e si slanciò attraverso la strada, rischiando di essere investita dalle auto che procedevano sulla corsia inversa, tanto che un conducente si sporse dal finestrino e l’apostrofò malamente.

Il giovanotto intanto si era alzato, e fingeva di leggere il cartello con gli orari appeso all’interno della pensilina. Julia si sedette sulla panca che c’era lì e l’osservò attentamente. In modo da poterlo riconoscere a colpo sicuro, ovunque l’avesse incontrato. I suoi capelli neri erano ricciuti, un particolare che le era sfuggito, la prima volta che l’aveva visto, e gli occhi erano color nocciola. Probabilmente era asiatico, o mezzo tale. Il fatto che parlasse con il tipico accento londinese non significava nulla. Senza dubbio era nato in Inghilterra. Indossava un completo blu scuro gessato, e sotto aveva una camicia bianca aperta sul collo. Un accoppiamento ridicolo, pensò Julia.

Fu tentata di chiedergli come si chiamava, ma non ne ebbe il coraggio. Avrebbe fatto praticamente qualsiasi cosa per proteggere Francine e metterla al riparo da possibili pericoli, ma la sfacciataggine che serviva per chiedere a un perfetto estraneo come si chiamava era una dote che le mancava. Magari glielo avrebbe chiesto in seguito, se si fosse presentata un’occasione più favorevole, ma non adesso.

Dopo avere preso nota di ogni particolare dell’aspetto di quell’individuo, Julia svoltò l’angolo e proseguì lungo una viuzza che sbucava nella strada principale poco oltre le strisce pedonali. Sperava di trovare la spider rossa del giovanotto e, dopo aver percorso un lungo tratto in salita, finalmente l’avvistò. Era parcheggiata proprio in cima alla pendenza. Non ne fu sorpresa, sapeva che doveva pur essere da qualche parte.

La via era deserta. Come spesso accade, lungo certe strade secondarie s’incontrano più auto che persone. Girò intorno alla macchina, scrutando all’interno attraverso i finestrini. Sul ripiano del cruscotto c’erano una brochure, un orario ferroviario, e sopra tutto il resto una grossa busta. Il nome scritto sulla busta era Jonathan Nicholson, e l’indirizzo Fulham, SW6.

Julia tornò a casa, soddisfatta del suo lavoro di detective, ma al tempo stesso profondamente turbata. Era costretta ad ammettere che Francine aveva ottenuto una grande vittoria il giorno in cui aveva lasciato il negozio di Noele e, per la prima volta, aveva disobbedito quando le aveva detto di andare su in camera sua. Da allora in poi aveva cominciato a uscire senza più chiedere il permesso, e facendo un’unica concessione, quella di tornare a casa a un’ora ragionevole.



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