Ogni giorno è un dio by Dillard Annie

Ogni giorno è un dio by Dillard Annie

autore:Dillard Annie
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani


VEDERE

Quando avevo sei o sette anni, crescendo a Pittsburgh, ero solita prendere uno dei miei preziosi penny e nasconderlo perché qualcun altro lo trovasse. Era una strana pulsione; purtroppo, da allora non ne sono stata più presa. Per qualche ragione “nascondevo” sempre il penny nello stesso tratto di marciapiede per strada. Lo lasciavo cullare alle radici di un sicomoro, poniamo, o nel buco lasciato da una scheggiatura di marciapiede. Poi prendevo un pezzo di gesso e, incominciando da una delle due estremità dell’isolato, disegnavo immense frecce che conducevano al penny da entrambe le direzioni. Dopo aver imparato a scrivere, accompagnai le frecce con una didascalia: PIÙ AVANTI SORPRESA o SOLDI DA QUESTA PARTE. Ero eccitatissima, mentre disegnavo le frecce, al pensiero del primo passante che avrebbe ricevuto in questo modo, a prescindere dal merito, un dono gratuito dall’universo. Ma non mi appostavo mai. Andavo difilato a casa senza pensarci più, fino a quando, mesi dopo, venivo di nuovo afferrata dall’impulso di nascondere un altro penny.

***

È ancora la prima settimana di gennaio, e ho già grandi piani. Da un po’ di tempo in qua sto riflettendo sulla questione del vedere. Ci sono un sacco di cose da vedere, regali scartati e sorprese gratuite. Il mondo è congruamente costellato e disseminato di penny gettati di traverso da una qualche mano generosa. Ma – ed è questo il punto – chi si eccita per un misero penny? Se segui una freccia, se ti accovacci immobile su un argine per guardare una tremenda increspatura che freme sull’acqua, e ti scopri ricompensato dalla vista di un cucciolo di ratto muschiato che trotterella nella tana, considererai questa vista una mera scheggia di monetina, e proseguirai sul tuo mesto sentiero?

È segno di povertà estrema quando un uomo è così affamato e stanco da non fermarsi a raccogliere un penny. Ma se coltivi una sana povertà e semplicità, tale che il solo trovare un penny rallegrerà letteralmente la tua giornata, allora, poiché di per sé il mondo è piantato a penny, insieme alla tua povertà avrai comprato qualche giorno di vita. Non si ha altro che ciò che si vede.

Una volta ero in grado di vedere gli insetti in volo nell’aria. Guardavo davanti a me e vedevo non il filare di cicute di là dalla strada, ma l’aria di fronte. I miei occhi si fissavano su quella colonna d’aria, e ne isolavano gli insetti volanti. Ma devo aver perso interesse in quest’abitudine, perché l’ho abbandonata. Ora riesco a vedere gli uccelli. Probabilmente alcune persone guardano l’erba ai loro piedi e scoprono ogni sorta di creature striscianti. Vorrei poter conoscere erbe e siepi – e averne cura. Allora il mio minimo viaggio nel mondo diventerebbe un’escursione sul campo, una serie di felici riconoscimenti. Thoreau, in un accesso di espansività, esclamò esaltato: “Quale ricco libro si potrebbe scrivere sui boccioli, compresi, forse, i germogli!” Sarebbe bello pensarlo. Tengo moltissimo alle immagini mentali che ho di tre persone assolutamente felici. Una colleziona pietre. Un’altra – un inglese, poniamo – guarda le nuvole.



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