Opere by Virgilio

Opere by Virgilio

autore:Virgilio [Virgilio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: UTET
pubblicato: 2013-05-14T22:00:00+00:00


1. Cfr. Georg. IV, nota 46.

2. Cfr. vv. 196-205. Degli altri aspiranti, Servio cita (a I, 738) Iopa, il cantore al banchetto del primo libro, secondo le storie puniche.

3. Cfr. SALLUSTIO, De bell. Iug. 18, 1 sg.: asperi incultique, quibus cibus erat caro ferina atque humi pabulum uti pecoribus. Ii neque moribus neque lege aut imperio cuiusque regebantur: vagi palantes quas nox coegerat sedes habebant; e per i Numidi, ivi 8; barbarae per inhospitae le Sirti in ORAZIO, Carm. II, 6, 3. Il nome è usato anche come comune (cfr. già I, 111, 146) a indicare vasti e bassi fondali di sabbia: più propriamente le secche che si estendono a occidente della Cirenaica e a oriente della bassa Tunisia (Syrtis minor), che è senz’altro quella cui qui allude Anna; erano pericolosissime alla navigazione (cfr. X, 678).

4. La fondazione di questa città, presso Cirene, non è anteriore al VI secolo a. C. (cfr. ERODOTO IV, 160, 1). Già Servio D. rilevava l’anacronismo, e ancora in Servio è notata la ragguardevole distanza di Barca da Cartagine, per cui V. avrebbe scritto late furentes. Per queste difficoltà si sono proposte varie altre letture, nessuna soddisfacente del tutto; d’altro canto il richiamo ai Barca (Amilcare e Annibale), tratti in causa a sostegno della lezione dal Pease (A. S. PEASE ed., Publi Vergili Maronis Aeneidos liber quartus, Cambridge Mass., 1935, p. 122), sembra fin troppo ovvio e quindi gratuito, en passant (cfr. invece più avanti, vv. 626-629).

5. Tutto farebbe intendere che l’inverno è perlomeno vicino: e in inverno collocava il distacco Ovidio (Heroid. 7, 41, 179); il sorgere e il tramontare di Orione sono sempre associati a una stagione tempestosa, e qui la costellazione è definita aquosa, aggettivo piuttosto autunnale (cfr. Buc. 10, 66) e collegato con hiems «tempesta» ma anche «inverno». Ma Enea è inconfutabilmente giunto a Cartagine nella settima estate dei suoi pellegrinaggi (I, 755 sg.), e nella settima estate è di nuovo in Sicilia (V, 626). Dunque si dovrà pensare a Orione appena sorto sull’orizzonte, una costellazione che per la distanza delle sue stelle fra loro allunga il suo passaggio nel cielo per molto tempo, a partire dalla metà di giugno e fino all’inverno (cfr. SERVIO, a V, 626). Cfr. anche I, 535; III, nota 80; qui, nota 16; VI, 355-356 paiono pure indicare un uragano piuttosto che l’inverno. Ha ragione W. P. Clark (The Duration of the Action in Aen. IV, «Class. Journ.», 1932, pp. 497-504), che l’impressione che si ha è d’un soggiorno di Enea a Cartagine di circa un anno; ma la ricostruzione più positiva della cronologia, con tappa di pochi mesi, è ancora quella di F. H. POTTER, How long was Aeneas at Carthage, «Class. Journ.», 1925-26, pp. 615-624; Septima aestas again, ivi, 1932, pp. 505-508 (cfr. però poi K. QUINN, Septima aestas, «Class. Quart.», 1967, pp. 128 sg.). Mi pare anche significativo in questo senso il nuper di Venere a Nettuno in V, 798, che restringe l’intervallo tra l’arrivo di Enea in Africa e l’incendio delle navi.

6. Henry ha esaminato il caso dal vivo, e a lui si rifanno ovviamente tutti i commentatori.



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