Ossa di ghiaccio by Kathy Reichs

Ossa di ghiaccio by Kathy Reichs

autore:Kathy Reichs
La lingua: ita
Format: azw3, epub
editore: Rizzoli
pubblicato: 2016-01-14T23:00:00+00:00


8.

Nel sogno scivolavo sulla pancia giù da un ripido precipizio, le dita che annaspavano in cerca di un appiglio senza trovare nulla a cui aggrapparsi. Sotto di me, con lo sguardo assente, Brighton Hallis si metteva in posizione per afferrarmi, anche se aveva le braccia congelate lungo i fianchi. In alto, due occhi sbirciavano dal ciglio del dirupo, uno verde e l’altro grigio, entrambi gelidi come una lapide. In lontananza riecheggiava una melodia, confusa e indistinta.

Proprio mentre riprendevo coscienza il testo prese corpo e andò a cristallizzarsi nelle parole di Harvest Moon di Neil Young. Era la suoneria del mio iPhone posato sul comodino. Lanciai un’occhiata al display e ottenni due informazioni essenziali: primo, era troppo presto; secondo, Slidell se ne infischiava dell’orario.

«Sei sveglia, Doc?»

«Sì, a quanto pare.»

«Lo scroccone è tornato dalla Russia. Sto andando a trovarlo per fare due chiacchiere, interessa?»

«Dammi quindici minuti.» Riagganciai e uscii dal letto. Dallo stato in cui versavano le mie spalle, mi resi conto che il bagno caldo della sera precedente non era bastato a placare i muscoli indolenziti per lo sforzo di quel tentativo di arrampicata. Mandai giù due Advil e mi preparai alla svelta.

Venti minuti dopo salivo a bordo di quella che, di norma, era una fossa biologica con quattro ruote e un motore. Con mio grande stupore, non avevo mai visto la Taurus di Slidell tanto pulita. Niente spazzatura. Niente residui di fast food trasformati in muffa. Niente scarpe puzzolenti in giro.

«Accidenti. I tappetini sembrano quasi nuovi. È morto qualcuno qui dentro?»

«C’è anche un nuovo tasto di espulsione del passeggero, in caso di lamentele.»

Mi morsi la lingua per non replicare. Allo specchietto retrovisore era appeso una specie di Arbre Magique, forma e fragranza di pino. Quell’odore pungente mi faceva pizzicare il naso, ma era sempre meglio della solita puzza che aleggiava nell’auto di Slidell.

«Hai parlato con Steele e Reynolds?» chiesi.

«Boris e Natasha? Irritanti come brufoli ma innocui, soprattutto lui. Non ce li vedo a uccidere qualcuno.»

«Stando a James, Steele è perfida come pochi. Timida all’esterno, nasconde un cuore di pietra.»

«Possibile movente?»

«Voleva Reynolds, e voleva il suo momento di celebrità.»

Slidell agitò la testa, valutando quell’eventualità. «Posso accettare l’idea che quella gattamorta sia in realtà una tigre, ma comunque non ha importanza. Hanno un alibi a prova di bomba.» Slidell svoltò a sinistra e con un gesto impaziente incitò un pedone che attraversava sulle strisce. «Tutti e tre sostengono che erano insieme e di essere scesi dalla vetta ben prima dell’arrivo di Brighton Hallis.»

Gli raccontai del mio incontro con Damon James e della lezione di arrampicata, tralasciando l’imbarazzante caduta finale. E le mie allucinazioni su una sua presunta minaccia. «Forse sarebbe il caso di controllare il profilo finanziario di James.»

«Ma non dirmi, grazie. Non ci sarei mai arrivato da solo.»

No, infatti.

«Più tardi ho appuntamento con lui. E ti posso assicurare che il ragazzo non impazzisce all’idea. Vuoi unirti?» Era l’equivalente di un’offerta di pace per Slidell?

Ripensai a quegli occhi verdi inquietanti. «Grazie, salto volentieri. Hai recuperato i campioni per il DNA?»

«Già consegnati.» Un’altra svolta e ci trovammo a Third Ward, un quartiere di hipster in rapida espansione.



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