Paradiso by Toni Morrison

Paradiso by Toni Morrison

autore:Toni Morrison [Morrison, Toni]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788893429184
editore: Frassinelli
pubblicato: 2019-10-23T12:00:00+00:00


Il silenzio nella Cadillac non era per niente imbarazzato. Nessuna delle persone a bordo si era fatta delle illusioni su quegli uomini in abito elegante, perciò non si erano stupite quando avevano chiesto loro di andarsene. «Restituite le biciclette alle bambine», aveva detto uno. «Via di qua», aveva detto un altro con il tabacco in bocca. I ragazzi che ridevano e le avevano incoraggiate ad andare avanti erano stati cacciati senza una parola. Solo un’occhiata e un cenno della testa da parte di un uomo alto più di due metri. Né si erano arrabbiate per essere state liquidate a quel modo: forse erano un po’ contrariate, ma non troppo. Una, quella al volante, non aveva mai visto un uomo che non sembrasse una miccia accesa. Un’altra, seduta accanto a lei, rifletteva sulle noiose immagini sessuali che aveva probabilmente istigato e si impegnò nuovamente a far fagotto. La terza, che si era divertita sul serio, sedeva dietro pensando che, pur sapendo che aspetto avesse la rabbia, non aveva idea di quel che si provava. Lei faceva sempre quello che le dicevano di fare, così quando l’uomo aveva detto: «Restituite le biciclette…» lei lo aveva fatto con un sorriso. La quarta era grata di essere stata cacciata. Era il suo secondo giorno al Convento e il terzo in cui non diceva una parola a nessuno. A parte quello stesso giorno, quando la ragazza, Billie qualcosa, le si era avvicinata.

«Tutto a posto?» Indossava un vestitino rosa pastello e invece della cuffia aveva delle roselline gialle tra i capelli. «Pallas? Stai bene?»

Lei aveva annuito cercando di non rabbrividire.

«Laggiù sei al sicuro, ma farò un salto a vedere se hai bisogno di qualcosa, d’accordo?»

«Sì», aveva sussurrato Pallas. E poi: «Grazie».

Tutto qua. Aveva schiuso appena le labbra per dire due parole, e l’acqua nera non era filtrata dentro. Il freddo le scuoteva ancora le membra, ma l’acqua scura aveva fatto un passo indietro. Per ora. La notte, naturalmente, sarebbe ritornata e lei ci si sarebbe trovata nuovamente dentro, cercando di non pensare a quello che le galleggiava sotto il collo. Era sulla superficie dell’acqua che si concentrava, e sulla luce della torcia che ne lambiva il bordo per poi guizzare lontano su quel nero baluginio. E intanto sperava, sperava che le cose che la sfioravano là sotto fossero dolci pesciolini rossi come quelli che suo padre le comprava quando aveva cinque anni. O qualche guppy, qualche pesce angelo. Non alligatori o serpenti. Era un lago, quello, non una palude o l’acquario dello zoo di San Diego. Galleggiando sull’acqua, i bisbigli erano più vicini dei loro richiami. «Ehi, topina. Ehi, topina», questo sembrava lontanissimo, mentre invece quel: «Dammi la torcia, idiota, è lei?, andiamo, forse è affogata», le filtrava nella pelle dietro le orecchie.

Pallas guardò fuori del finestrino e fissò il cielo compatto, un paesaggio così privo di fisionomia da darle la sensazione di non essere in una macchina in moto. L’odore della gomma da masticare di Gigi mescolato al fumo di sigaretta era nauseante.

«Ehi, topina. Ehi.» Pallas l’aveva già sentito.



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