Parigi by Camilla Marini

Parigi by Camilla Marini

autore:Camilla Marini [Marini, Camilla]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Oltre
pubblicato: 2021-01-03T23:00:00+00:00


La futura regina di Montparnasse ormai è una piccola celebrità tra gli artisti così come tra i proprietari dei locali. Oltre alla Rotonde, c’è il Dôme e, all’estremità orientale di boulevard du Montparnasse, la Closerie des Lilas, molto amata dagli americani oltre che dalla solita gang di artisti.

È comunque alla Rotonde che probabilmente la nostra dà il meglio di sé. Sempre conciata come capita, priva di soldi per un paio di scarpe decenti così come per un vestito degno di questo nome, riesce a scontrarsi perfino con l’amabile patron del locale. Monsieur Libion pone infatti pochissimi limiti ai suoi avventori, che possono letteralmente passare le giornate ai suoi tavoli, l’unica condizione è che evitino di drogarsi in pubblico e che le signore portino il cappello. Naturalmente, Kiki a questi patti non ci sta. E non solo lascia i suoi capelli nerissimi, tagliati a caschetto, rigorosamente liberi, ma ride in faccia ai camerieri quando le vietano di sedersi in sala perché abbigliata sconvenientemente.

Kiki ride delle convenzioni anche in un ambiente in cui le regole sono già sottosopra. Per lei la libertà non è mai troppa, e appena trova una regola da infrangere, beh, lei vi si scaglia contro. Non può non piacere agli artisti una ragazza tanto libera da ogni limite e paura. E infatti miete vittime ovunque. Insieme a Soutine sono in molti a volerla come modella negli atelier disseminati nei vari impasse e passage del quartiere. Tra questi c’è il polacco Moïse Kisling, con il quale si diverte a sperimentare i peggiori insulti quando litigano, salvo poi far subito pace e baldoria nello studio di lui, in rue Joseph-Bara. O, ancora, il giapponese Léonard Tsuguharu Foujita, stravagante almeno quanto la ragazza, con i suoi sgargianti completi tanto simili agli abiti di una donna. Anche questo pittore vorrà ritrarla e lei vi si presterà più o meno pazientemente.

Sa di poter dettare le regole del gioco, perché quanto può offrire ai pittori è un corpo sì morbido e ben proporzionato, ma soprattutto una personalità tanto forte da costituire da sola un’opera d’arte. Il suo volto non è forse il più bello sulla piazza, il naso aguzzo si solleva sfacciato su labbra sottili truccate di rosso acceso, mentre gli occhi sono guarniti di due improbabili sopracciglia dipinte di nero. Eppure l’insieme è ineguagliabile, con quello sguardo chiaro e malizioso che invita al gioco.

Musa surrealista

Dev’essere nato come un gioco anche l’amore più noto di Kiki, quello con l’“uomo raggio”, il fotografo Man Ray. Del primo incontro la donna non fornisce molti dettagli, ma la leggenda vuole che sia avvenuto nel 1921 proprio ai tavoli della Rotonde. Qui l’artista da poco arrivato dall’America sta bevendo in compagnia della Vassilieff, la pittrice russa dell’omonima accademia, quando nel trambusto generale distingue la voce calda ma irritata di una donna che sta discutendo con un cameriere. L’uomo non vuole servire lei e la sua amica perché, tanto per cambiare, non portano il cappello. La ragazza cerca di far valere i propri diritti e, quando capisce che le parole non bastano, passa ai fatti, si toglie pure le scarpe e si arrampica sul tavolo.



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