Pattuglia BRAVO TWO ZERO by Andy McNab

Pattuglia BRAVO TWO ZERO by Andy McNab

autore:Andy McNab [mcnab, andy]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 2010-05-17T18:33:55+00:00


se addosso e fossi totalmente spaesato. A parte ogni altra consi-

derazione, questa tattica ti permette di risparmiare le energie re-

sidue in modo da essere pronto per la fuga, il che È della massi-

ma importanza.

Sentii di avere superato una prova importante. Ero in un altro

mondo, una fase drammatica si era conclusa. Per una strana com-

binazione, mi sentivo quasi salvo, adesso che la popolazione lo-

cale non poteva più mettermi le mani addosso. La prospettiva di

essere linciato mi era apparsa molto peggiore di qualunque cosa

potesse farmi un mio collega militare. Esagerai la zoppia, i brivi-

di e la tosse, e ogni volta che qualcuno mi afferrava gemevo. Do-

veva sembrare un miracolo che fossi vivo, per come ero malcon-

cio. Intendiamoci: malconcio lo ero veramente, ma il mio stato

mentale era buono, ed È di questo che ci si deve preoccupare,

questo È ciò che si deve nascondere al nemico.

Per qualche minuto rimasi lì, circondato da un anello di guar-

die. Proprio davanti a me c'era una strada asfaltata che portava a

un gruppo di edifìci, cento metri più avanti. Guardando da destra

a sinistra, vidi dapprima un gruppo di caserme lungo il perimetro

di un muro di cinta, poi un gruppetto di alberi.

Vidi un povero bastardo steso sull'erba, piegato sull'addome

come un pollo, con i polsi e le caviglie legati insieme. Stava

cercando di sollevare le gambe per allentare la pressione sulla

testa. Ovviamente gli avevano dato una bella legnata. Aveva

la testa gonfia come un pallone e la divisa strappata e coperta

di sangue. Non riuscivo nemmeno a vedere il colore dei suoi ca-

pelli o a distinguere se era in tenuta mimetica. Quando sollevò

la testa, ci fissammo negli occhi per un istante e mi resi conto

che era Dinger.

Gli occhi dicono molte cose. Ti possono dire se una persona È

ubriaca, quando sta bluffando, quando È in stato di allerta, quan-

do È felice. Sono le finestre della mente. Gli occhi di Dinger di-

cevano: andrà tutto bene. Riuscii perfino a strappargli un debole

sorriso che ricambiai. Avevo una paura tremenda per lui perchè

era in uno stato pietoso, ma era fantastico vederlo, avere lì un

amico che condivideva la mia sorte. Egoisticamente ero felice

di non essere il solo catturato. La presa per il culo che mi sarei

sorbito di ritorno a Hereford sarebbe stata intollerabile.

Per contro, quando lo vidi conciato in quel modo mi resi subito

conto che adesso era il mio turno. Era davvero alla frutta, eppure

era un tipo molto più duro di me. Mi venne in mente che avrei

potuto essere morto prima della fine del pomeriggio. Se era così,

meglio fare in fretta.

Un paio di ragazzi se ne stavano in ozio a fumare sigarette

contro un albero vicino a Dinger. Non si mossero quando due uf-

ficiali con il loro piccolo entourage uscirono dai loro uffici e ci

vennero incontro. Continuai a bluffare con le ferite, riflettendo

sul principio che non si conosce nulla finchè non si prova. Men-

talmente mi preparai a un'altra dose di botte. Mentre gli ufficiali

si avvicinavano, digrignai i denti e strinsi le gambe per protegger-

mi i coglioni.

I reparti locali avevano avuto un sacco di perdite, e fu subito

chiaro che questi ufficiali ben



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