Per questo ho vissuto by Sami Modiano

Per questo ho vissuto by Sami Modiano

autore:Sami Modiano [Modiano, Sami]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2015-08-08T22:00:00+00:00


Poi, dopo un po' di tempo, pian piano mi sarei ricreduto.

Lavorando dentro Birkenau non ti avvicinavi solo alla Rampa, ma anche alle strutture di sterminio. Non solo nel Lager D l'odore della carne bruciata era ancor più forte, ma di notte si sentivano distintamente anche gli spari. Provenivano dal luogo che emanava un grande chiarore, erano le fosse comuni. Avevo già capito che ammazzavano in quel modo, ma andando al lavoro in certe zone in fondo al campo mi capitò una volta di avvicinarmi alle fosse comuni. I crematori io li immaginavo nella mia testa, vedevo i loro camini, immaginavo come bruciavano i corpi, ma quella volta vidi il fuoco delle fosse comuni. L'ho visto, non l'ho immaginato. Anche se ero distante, quel luogo non era nascosto da nessuna barriera, si vedeva perfettamente dal sentiero che percorrevamo.

Le fiamme non uscivano dai camini ma dalla terra.

Questi miei occhi hanno visto scene che non si possono immaginare, che non si possono dimenticare.

Eravamo tutti consapevoli che si doveva morire al cento per cento, al mille per mille. Sapevamo che gli altri erano tutti morti, e che presto o tardi anche noi avremmo fatto quella fine. A Birkenau non c'era altra via d'uscita.

Forse per questo, come tanti altri, a volte ho cercato la morte. Volevo essere al fianco di mia sorella, volevo raggiungerla, il mio primo desiderio era quello di stare vicino a lei e vicino a mio padre. Vicino a tutta quanta la mia famiglia di Rodi.

E poi ero stanco di tutto, delle privazioni, della fame, del freddo, della solitudine e della crudeltà dei nazisti, delle loro punizioni. Una sera, rientrando dal lavoro, vidi tre o quattro persone impiccate, ancora con il pigiama a righe addosso. Erano appese a una forca sulla destra dell'entrata del campo. Erano già morte, ma erano esposte perché le vedessimo.

Per i nazisti ammazzare un ebreo era un piacere enorme. La vita di un ebreo non contava assolutamente niente, potevano permettersi di sottoporlo a qualsiasi tortura. Alle volte io ho cercato di darmi una spiegazione del perché potessero essere così crudeli e barbari, ma non l'ho mai trovata. Io allora ero uno scheletro, un bambino scheletrito, e mi chiedevo perché non li commuovessi, perché non risvegliassi in loro un briciolo di pietà. Mi chiedevo come fosse possibile non trovare qualcuno che avesse un occhio di riguardo per me, qualcuno che, mentre lavoravo, facesse finta di non vedere e mi facesse riprender fiato.

Questo sguardo di compassione io lo cercavo, lo volevo... non l'ho mai trovato. Mi dispiace, anche per loro.

A Birkenau ogni giornata aveva la sua terribile storia.

Una volta ci portarono nella foresta a caricare la legna. Erano gli inizi di dicembre, aveva nevicato tutta la notte e io ero magro come un chiodo. Quel giorno mi sentivo sfinito, le mie forze erano al limite.

Dovevamo tirare come delle bestie il solito carro, un lavoro che avevo fatto molte volte, a cui ero abituato. Sapevo che eravamo controllati, sapevo che non dovevo fermarmi un minuto, perché la guardia che ci sorvegliava era terribile.



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