Per sole donne by Veronica Pivetti

Per sole donne by Veronica Pivetti

autore:Veronica Pivetti [Pivetti, Veronica]
La lingua: ita
Format: epub
editore: MONDADORI
pubblicato: 2019-11-12T16:00:00+00:00


10

CHIUSO PER LUTTO recitava il cartello appeso alla saracinesca del Ripostiglio di Ade che sbatacchiava a ogni spiffero.

Adelaide aveva lugubremente sintetizzato così l’agonia nella quale lei e il marito si dibattevano e, considerato che il loro matrimonio era effettivamente morto, il termine lutto non le sembrò affatto inappropriato.

Pochi scarni WhatsApp avevano scandito i reciproci spostamenti, tutelandoli dal rischio di trovarsi nel medesimo posto nel medesimo momento.

Perciò, dopo aver appeso il cartello funebre e riflettendo dubbiosa su quando avrebbe avuto la forza e la voglia di tornare a occuparsi di cassapanche e specchiere, Adelaide si avviò verso casa. Non le andava di bighellonare, era pomeriggio inoltrato, voleva sigillarsi fra le mura domestiche zuppe di ricordi e cominciare l’inventario dell’abbandono per restituire ad Andrea le sue masserizie.

Non sentiva la mancanza del marito, anzi, la sua ex presenza la tormentava, nonostante non lo vedesse da qualche ora.

Prese il cellulare e chiamò.

«Ciao, mamma, come stai?»

«Ciao, tesoro. Insomma. I soliti capogiri e tu?»

«Una merda.»

«Per Andrea?»

«Per tutto.»

«Vi siete sentiti?»

«No.»

«Sei in negozio?»

«No, non mi va, preferisco stare a casa, raggruppare le sue quattro miserabili cose, cospargerle di benzina e fare un falò in soggiorno» dichiarò incolore.

«Sei arrabbiata.»

«No, perché?»

«Sensazioni. E come va con il tuo… il tuo…»

«Lorenzo? Non l’ho visto. Cioè, l’ho, ehm… sentito ieri sera mentre voi ve la spassavate con gli accumulatori seriali.»

«Tutto bene, almeno con lui?»

«Solo sesso, mamma. Solo sesso» rispose sconfortata Adelaide.

Fabiola deglutì.

«Capisco. Be’, almeno non ti annoi.»

«No. Per ora no» convenne lei e inchiodò davanti alla vetrina di una pasticceria dove una montagna di meringhe con la panna le fece aumentare la salivazione. Improvvisamente madida, sentì il bisogno di ingoiarne una intera, carta compresa, e cercò al volo Simona su WhatsApp.

«Comunque secondo me… ehm… ehm…» Fabiola s’ingolfò. «Ehm…»

«Secondo te cosa, mamma?» domandò Ade mentre scriveva alla nutrizionista Voglio mangiare una meringa. Posso?

«Non cosa ma chi» si lagnò sua madre. «Uffa, come si chiama tuo marito?»

«Mio… ehm… ehm…» balbettò Ade scioccata dal NO! spietato di Simona al quale ribatté con una ridda di emoticon imploranti e un patetico Sono in menopausa, abbi pietà.

> Sai quante calorie contiene una meringa? la sgridò lei.

«Oh, Signore» esclamò Fabiola turbata.

> Non me ne frega un cazzo, voglio una meringa! scrisse Ade furiosa e aggiunse, più ragionevole: La meringa è solo aria, in fondo…

«Adelaide? Stai male?»

«Cosa dici mamma?»

«Stai male?»

> NO! Resisti! È quasi ora di cena! le inviò Simona con una sfilata di teschi intimidatori.

«Sto benissimo, mamma» la rassicurò Adelaide, vaga, digitando un disperato Me ne sbatto della cena! Non toccherò cibo per una settimana ma DEVO mangiare una meringa ADESSO!

«Tesoro, non ti ricordi come si chiama tuo marito?» chiese Fabiola in apprensione.

> E allora stasera VERDURA e SOLO DUE CROSTINI e domani: FRUTTA!!! le ordinò Simona implacabile. Adelaide, al settimo cielo, digitò cuori, torte, smile e stelle a suggello di un GRAZIEEEEEE!!!!!! cubitale. Poi buttò lì un «Andrea, mamma, si chiama Andrea».

«Ah, meno male. Temevo avessi avuto un ictus anche tu» osservò Fabiola.

«Un ictus? Chi ha avuto un ictus?» si informò lei che aveva messo a fuoco solo la parola ictus in tutta la conversazione.



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